Il consigliere del Pdl: “da una parte la Regione e dall’altra i parlamentari lucani, devono svolgere un’azione corale, sinergica, a sostegno di sindaci, avvocati e cittadini”
“I costi sociali della chiusura dei Tribunali di Melfi, Lagonegro e Pisticci supererebbero di gran lunga i risparmi effettivi per le casse dello Stato. Prima di proporre la chiusura degli uffici giudiziari di primo grado, vanno calcolati bene i costi e i risparmi effettivi per la collettività di tutta l’operazione. Nel caso della Basilicata, però, considerati in particolare i trasporti e la logistica, si rischiano più danni che benefici. Gli sprechi sono altrove”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale Franco Mattia, per il quale “c’è inoltre una forte contraddizione anche con i principi perseguiti dal ministro alla Giustizia Severino attraverso i quattro punti del decreto sviluppo approvato la scorsa settimana del Governo che si riferiscono alla giustizia. Le norme approvate fanno parte di una serie di misure in materia di giustizia che il Governo ha da tempo avviato per porre rimedio agli effetti negativi della lentezza della sull'economia, che Banca d'Italia ha stimato nella perdita di un punto di PIL all'anno”.
”L'impatto atteso – evidenzia Mattia – sarà una deflazione dei carichi di lavoro delle corti di appello e una conseguente riduzione dei tempi dei giudizi, con effetti positivi anche per il sistema economico e per le imprese che operano in Italia. Mi chiedo: come sarà possibile attuare una normativa più snella, in campo di giustizia civile, sopprimendo uffici giudiziari territoriali con la conseguenza di produrre un carico di cause civili e penali maggiore sugli uffici di Potenza e di Matera? Si verificherà in sostanza l’esatto contrario di quanto auspicato dal ministro Severino e dal Governo Monti. Ancora, le strutture giudiziarie di Melfi, Lagonegro e Pisticci – sottolinea il consigliere del Pdl – sono presidi di giustizia e legalità fondamentali per preservare quei territori dalle minacce, mai del tutto scongiurate, della criminalità organizzata che opera nelle regioni e nei territori limitrofe, di estendere attività illecite anche in Basilicata. Inchieste giudiziarie, operazioni delle forze dell’ordine negli anni passati hanno evidenziato che il Vulture-Melfese-Alto Bradano è oggetto di interessi da gruppi camorristici campani e da gruppi campani, come l’area sud della provincia di Potenza dalla ndrangheta calabrese. C’è bisogno semmai di rafforzare uomini, mezzi e strumenti, a partire da alcuni funzionari quali i cancellieri che sono in numero ridotto”.
Nel ricordare che “il presidente della Regione, nei giorni scorsi, in una lettera inviata al ministro della Giustizia, Paola Severino, ha sottolineato la necessità di ‘evitare una guerra tra poveri’, posto che all’interno della stessa legge delega n. 148/2011, a suo tempo emanata dal Governo Berlusconi per riscrivere la geografia giudiziaria italiana” Mattia sostiene che “da qui che bisogna incanalare l’iniziativa politico-istituzionale: dai margini che la legge delega n. 148/2011 ci offre, attuando rapidamente la proposta di un tavolo tecnico al quale possiamo dimostrare che gran parte dei costi del funzionamento degli uffici di Melfi, Lagonegro e Pisticci sono a carico dei Comuni e quindi non ricadano sul Ministero. Possono essere individuate le condizioni per salvaguardare i Tribunali attualmente operanti nell’ambito del Distretto della Corte di Appello.
Pertanto, da una parte la Regione e dall’altra i parlamentari lucani, si deve svolgere un’azione corale, sinergica, a sostegno di sindaci, avvocati e cittadini. I parlamentari del Pdl, Latronico, Viceconte e Taddei – vorrei ricordare – sono già mobilitati perché rivedere e razionalizzare la geografia degli uffici giudiziari è senza alcun dubbio uno degli interventi più urgenti per incidere sulle inefficienze del sistema della giustizia italiano, ma non usando il solo parametro della popolazione. Auspichiamo, quindi, che il governo Monti e la commissione di razionalizzazione delle strutture giuridiche, che sta lavorando per conto del ministero di Grazia e Giustizia, tengano conto delle nostre proposte”.