Il consigliere di Alleanza per l’Italia ritiene “inaccettabile la situazione occupazionale in Basilicata: la vertenza dello stabilimento ferroviario Trenitalia di Melfi rappresenta solo l’ultimo episodio di una saga deprecabile, che va combattuta”
“L’appello rivolto ai parlamentari lucani ed al Governo regionale dalle Segreterie regionali del settore Ferrovieri di Basilicata, traccia il desolante quadro di una economia di settore (ma non solo) in forte crisi, con la vicenda dello stabilimento ferroviario di Melfi della Società Trenitalia che rischia di depauperare ulteriormente l’economia lucana, penalizzando i lavoratori che, fra i più produttivi del reticolo manutentivo del Gruppo FS, rischiano di perdere il posto di lavoro, a causa di mere scelte verticistiche dell’azienda, alla quale poco importa dell’effettiva produttività e specializzazione degli operai manutentori del sito di Melfi”. È quanto ha affermato Alessandro Singetta, consigliere regionale di Alleanza per l’Italia, che nell’ “esprimere solidarietà ai lavoratori dello stabilimento motori di Melfi”, ritiene “inaccettabile l’eventuale dismissione delle attività presso lo stesso, perché ciò equivarrebbe ad abbandonare a sé stesso il futuro di intere generazioni di lavoratori”.
A parere dell’esponente dell’Api “non è possibile vivere in condizioni di incertezza e di precariato continuo, non è possibile accettare i giochi di strategia di aziende (pubbliche, come nel caso di Trenitalia, o private) che, dopo aver operato (o meglio, ‘sfruttato’) il nostro territorio, fanno scelte di delocalizzazione che lasciano solo disoccupazione e depauperamento”. “La battaglia che la politica è chiamata oggi a combattere – continua Singetta – è proprio quella di non permettere più simili operazioni, di agire fattivamente per creare un tessuto produttivo solido, che non sconti il deficit di anni e anni di arretratezza e di ‘colonizzazione’ industriale”.
“La Basilicata – conclude Singetta – sconta enormi gap sotto vari aspetti (disoccupazione, infrastrutture e trasporto, in primis) dei quali bisogna tener conto. Le parole non bastano, servono soluzioni concrete, servono fatti a sostegno del lavoro e dell’occupazione, specie di quella giovanile. Non si può andare molto lontano se ci si continua a servire, in maniera talvolta smodata, delle ‘situazioni tampone’: alla nostra regione serve occupazione. Senza di essa non vi sarà progresso e i giovani continueranno a fuggirne mentre quelli che restano ad accontentarsi”.