Tolve, sindaco su piano dimensionamento scolastico

“Il Piano di dimensionamento delle Istituzioni scolastiche 2018/2021, approvato dal Consiglio regionale il 15 gennaio scorso, non è né strategico, né lungimirante e men che meno coraggioso: è soltanto un provvedimento estemporaneo, caratterizzato dalla attenzione rivolta ad istanze di parte, invece che all'interesse generale del mondo scuola e degli  alunni in primis. Per questo non può essere condivisibile”. La afferma, in un comunicato stampa, il sindaco di Tolve, Pasquale Pepe.
“Prim'ancora che per le schizofreniche conclusioni cui è addivenuto, per il metodo carbonaro con il quale si è proceduto alla sua elaborazione – gli Enti locali non sono stati coinvolti affatto in maniera trasparente e leale, e chi dice il contrario o è in mala fede oppure è distratto – e per la sua intrinseca iniquità e per la sua manifesta illogicità – l'uso di due pesi e due misure, nelle medesime condizioni, a seconda di ambiti, territori ed istituti scolastici è di una imbarazzante evidenza. La conferma di quanto innanzi è arrivata addirittura dalla stessa Regione Basilicata.
Difatti, il piano di dimensionamento scolastico – aggiunge Pepe – è stato fatto talmente male al punto che l'Assessore regionale Cifarelli si è visto costretto a vestire i panni del primo ed autorevole censore: non si spiega altrimenti il fatto che, un istante dopo la sua approvazione, si sia precipitato a lanciare l'annuncio di una nuova proposta di piano entro l'estate. E' come dire che finora si è scherzato. Il fallimento è di dimensioni macroscopiche, e chi si meraviglia o fa finta di meravigliarsi delle copiose critiche piovute sul provvedimento da parte di numerosi Sindaci, e non solo, vuol dire che non lo conosce fino in fondo.
Ora non ci resta che studiarlo con attenzione e nei dettagli, e laddove il dimensionamento scolastico approvato nella versione definitiva dovesse confermarsi – ma su questo, ahimè, non dubito – intriso di iniquità e di ingiustizia, oltre che caratterizzato da innumerevoli incongruenze (quali, per esempio: deroghe concesse solo in alcuni casi; sovradimensionamenti praticati soltanto per alcuni istituti scolastici; inosservanza delle linee guida regionali; ecc.), non ci resterà che adire il Tribunale Amministrativo Regionale, cui unicamente è demandata dal nostro Ordinamento la competenza a giudicare se un atto della Pubblica Amministrazione è legale, quindi conforme alla legge, e giusto, ovvero coerente ed equo al suo interno.
Sarebbe il caso che, quantomeno da simili giudizi, si astenessero gli autori di questa spiacevole pagina che, in un sol colpo, ha messo al bando – conclude – il principio di leale collaborazione tra gli Enti e l'attenzione che si deve alle future generazioni”.

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