Ticket sanitari, Napoli: ultima puntata della telenovela

Per il capogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale “siamo di fronte all’ennesimo caso di sanità che, sebbene virtuosa perché non ‘sfonda’ il tetto massimo previsto dal Governo, continua a prelevare dalle tasche dei cittadini”

&ldquo;L&rsquo;ultima puntata della telenovela sui ticket sanitari, che dura da ben 19 mesi dall&rsquo;impegno assunto solennemente in Consiglio regionale dall&rsquo;assessore alla Sanit&agrave; e dalla maggioranza di centrosinistra di rimodulazione dei ticket pi&ugrave; cari d&rsquo;Italia (al pari di Lombardia e Piemonte), &egrave; rappresentata dall&rsquo;imposizione ai medici di famiglia di trasformarsi in esattori del fisco per &lsquo;accertare&rsquo; i redditi dei cittadini-utenti ai fini dell&rsquo;esenzione dal pagamento o dell&rsquo;applicazione della fascia di reddito in base alla quale pagare. Siamo all&rsquo;atto finale di una vicenda che continua, purtroppo, a colpire il diritto alla salute dei cittadini, specie delle fasce pi&ugrave; deboli&rdquo;. A sostenerlo &egrave; il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Michele Napoli per il quale &ldquo;ha ragione la Federazione Italiana Medici di Famiglia a sottrarsi all&rsquo;adempimento imposto dalla Giunta, con deliberazione dell&rsquo;11 giugno scorso in vigore da luned&igrave; prossimo, che vorrebbe far diventare i medici funzionari dell&rsquo;Agenzia dell&rsquo;Entrate per convalidare i redditi degli utenti ai fini dell&rsquo;applicazione della nuova normativa sui ticket farmaceutici&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Mentre tutte le Regioni italiane &ndash; continua Napoli – sia quelle costrette a mantenere in vigore i ticket perch&eacute; hanno i conti della sanit&agrave; in rosso che quelle che hanno ripianato con proprie risorse finanziarie i deficit del sistema sanitario regionale (da noi circa 40 milioni di euro solo per il 2011), hanno definito da tempo un regolamento chiaro e semplice in materia di esenzione e di fasce di reddito sulle quali &egrave; stata determinata la compartecipazione dei cittadini alle spesa, la nostra Regione continua a &lsquo;pasticciare&rsquo;. Come se non bastasse il braccio di ferro con il ministero all&rsquo;Economia sul criterio prescelto dalla Giunta regionale, l&rsquo;Isee invece dell&rsquo;Irpef, che ha causato un ritardo di mesi, pagato dai cittadini attraverso 5 milioni di euro in pi&ugrave; di quanto richiesto dal Governo nazionale per la farmaceutica e 7 milioni di euro in pi&ugrave; per la specialistica ambulatoriale, secondo il report del Sole 24 Ore&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Adesso &ndash; conclude Napoli &ndash; si continua con un sistema che &egrave; destinato a produrre disagi ai medici di famiglia e direttamente agli assistiti. Siamo di fronte all&rsquo;ennesimo caso di sanit&agrave; che, sebbene virtuosa perch&eacute; non &lsquo;sfonda&rsquo; il tetto massimo previsto dal Governo, continua a prelevare dalle tasche dei cittadini&rdquo;.<br />&nbsp;&nbsp;

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