Siamo ormai a metà novembre e il tavolo su Agenda Digitale, che avrebbe dovuto essere riconvocato a settembre, come da impegno dell’Assessore al ramo, Raffaele Liberali, è ancora silente e inoperoso.
E’ quanto scrivono i segretari di categoria Giovanni LETTERELLI, UILCOM UIL, Antonio CARUSO, FISTEL CISL e Anna RUSSELLI, SLC CGIL.
La concertazione avviata con detto tavolo, che ha visto la sigla di intese importanti come quella sulla Banda Ultra Larga per la cablatura delle principali aree industriali e delle scuole della regione, era ed è un tassello fondamentale e irrinunciabile al fine di gestire in un’ottica di sistema, tutto quanto orbitante attorno al complesso mondo delle politiche per l’ICT e l’e-democracy in Basilicata: risorse, operatori economici, forza lavoro.
Le scriventi, assieme alle rispettive confederazioni, hanno fortemente voluto l’apertura del tavolo su Agenda Digitale, anche per evitare quanto accaduto in passato su importanti commesse; il caso più attuale è di certo quello del Centro Servizi Regione Basilicata, attualmente gestito dalle aziende Datacontact e Lucana Sistemi, che impiega oltre 120 persone ed eroga numerosi servizi, oramai parte integrante della vita quotidiana di cittadini e pubbliche amministrazioni.
La commessa relativa è, infatti, in via di scadenza nel giro di un paio di mesi e ad oggi, non si ha alcuna notizia di riconvocazione del tavolo che avrebbe dovuto affrontare il delicato tema della governance dei servizi ICT; in parole povere, ciò che chiediamo è: cosa intende fare la Regione Basilicata, relativamente alla modalità di gestione di detti servizi?
Imprenscindibile, inoltre, la necessità di introdurre clausole sociali a salvaguardia dei lavoratori e di quanto da loro maturato economicamente e professionalmente in caso di una presunta riscrittura del bando sul modello di quello in scadenza. Non lascia per nulla tranquilli né i sindacati, né i lavoratori interessati la circostanza che i ribassi o l’impostazione di nuovi modelli organizzativi derivanti dalla competizione fra aziende partecipanti, ricada sui servizi e sui lavoratori.
E, in ogni caso, non è derogabile a semplice questione “tecnica” o burocratica, la prospettiva all’interno della quale va collocato il futuro del Centro Servizi che va sollecitamente e necessariamente analizzata nell’ambito di una discussione politica tra le parti interessate; e in tal senso, il luogo deputato a ciò non può che essere il tavolo su Agenda Digitale, da convocare, quindi, immediatamente.
Chiediamo, dunque, l’apertura tempestiva del tavolo di confronto, onde evitare che ci si debba trovare di fronte a soluzioni “già pronte” non condivisibili; qualora dovesse permanere il “silenzio” da parte dei nostri interlocutori politici, le scriventi daranno atto a forme di mobilitazione dei lavoratori.