Tari, Confartigianato: pagare tassa solo per rifiuti prodotti

Pagare la Tari solo per i rifiuti realmente prodotti: è l'urgenza che la Confartigianato di Potenza pone al Comune, ricordando che la tariffa puntuale, cioé il pagamento per quanti rifiuti realmente si producono e si pesano, era una promessa già della precedente Amministrazione.
Dopo Confcommercio è la confederazione degli artigiani ad insorgere. Ricorda Confartigianato: “La percezione che hanno tuttora numerose imprese, come piccoli laboratori artigiani, è di pagare un servizio non proporzionale a quanto prodotto, tanto più in uno scenario di crisi che ha visto ridursi in maniera significativa la produzione di rifiuti speciali assimilati, avviati allo smaltimento tramite il servizio pubblico. Questa percezione è rilevata soprattutto nelle imprese che hanno superfici estese di lavorazione, a fronte di modesti quantitativi di rifiuti assimilati smaltiti nei cassonetti pubblici”.
Confartigianato -che condivide la posizione e le proposte di Confcommercio – sollecita l’applicazione di un tributo equo e sostenibile con una ripartizione razionale dei costi tra utenze domestiche (i cittadini) e non domestiche (le imprese) nel rispetto del principio comunitario “chi inquina paga”, per evitare che la tassa sui rifiuti sia considerata una “patrimoniale mascherata” e quindi chiede il pagamento del tributo esclusivamente da parte di quelle attività produttive che conferiscono i rifiuti al servizio pubblico. Applicare il tributo rispettando i principi corretti consentirebbe di fare pagare il giusto alle diverse categorie di utenze, ricordando che ad oggi le attività produttive sono tenute alla gestione degli imballaggi e allo smaltimento dei propri rifiuti tramite aziende a ciò autorizzate, conferendo così al circuito urbano di raccolta una quantità molto limitata di rifiuti.
Da lungo tempo, gli imprenditori che smaltiscono i propri rifiuti speciali al di fuori del servizio comunale, si vedono comunque applicare anche la tariffa rifiuti, sulla base di una interpretazione inappropriata del principio di assimilabilità ai rifiuti urbani. Per tutelare le imprese da un ulteriore e ingiusto balzello, Confartigianato continuerà la sua attività di monitoraggio, sensibilizzazione e affiancamento delle amministrazioni comunali. La doccia fredda è che si dice chiaramente che le imprese possono usufruire solo di una eventuale riduzione della tariffa, disposta arbitrariamente dai comuni, in proporzione alla quantità dei rifiuti avviati al riciclo, escludendo addirittura dal beneficio i rifiuti avviati al recupero. Una previsione estremamente penalizzante, ingiustificata e anche contraddittoria rispetto alla disciplina europea, in base alla quale l’impresa deve poter optare per la gestione dei propri rifiuti al di fuori della gestione comunale anche nei casi in cui sarebbe consentita l’assimilabilità. Di qui l'idea di un tavolo di lavoro, composto dai tecnici delle amministrazioni comunali, e da referenti delle categorie dell’industria e dell’artigianato e del commercio per analizzare, revisionare e uniformare i regolamenti Cosap e Suap e per chiedere politiche di efficientamento orientate alla riduzione delle imposte locali gravanti sulle imprese.
Imu, Tasi e Tari sono nell'occhio del ciclone: "Risultano ormai a dei livelli tali da non giustificare più ulteriori incrementi  ma anzi sarebbero necessarie e proficue, per il bene del territorio nel suo complesso, delle scelte verso una loro riduzione nel breve-medio termine".

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