Si è tenuto in data odierna presso il Ministero del Lavoro in Roma l’incontro fra parti sociali e Azienda Gruppo Mancini sulla vertenza dello stabilimento FERROSUD.
L’incontro “è servito a chiarire la posizione del sindacato: Ferrosud non può essere dismessa, Ferrosud merita la ripresa e perché ciò accada non ci si può incamminare sulla strada della mobilità che significa licenziamento e quindi perdita dei posti di lavoro”. E’ ‘quanto affermano, in una nota congiunta, i segretari di Cgil e Fiom della provincia di Matera, Manuela Taratufolo e Giuseppe Giannella, al termine dell’incontro svoltosi ieri a Roma, al Ministero del Lavoro, fra le parti sociali e azienda del gruppo Mancini.
“Lo scorso 28 luglio – ricordano i dirigenti sindacali – l’azienda aveva aperto la procedura di mobilità per 35 dei 129 dipendenti dello stabilimento Ferrosud.
Tale procedura era stata contestata e respinta unitariamente dal sindacato in quanto in netta contrapposizione con quanto l’azienda negli incontri in Regione Basilicata e presso Prefettura di Matera aveva affermato: puntare al rilancio del sito e alla ripresa dell’attività per tutte le unità lavorative.
La procedura di mobilità era ed è una contraddizione rispetto ai propositi di rilancio dell’attività produttiva e per questo con forza il sindacato l’aveva rigettata”.
“Né il ricorso agli ammortizzatori sociali, sia CIGS sia CIGO, – sottolineano – deve essere un modo o un mezzo per allungare l’agonia: questi strumenti vanno utilizzati in contemporanea alla messa in atto di quella strategia di prospettiva che allo stabilimento Ferrosud va garantita. La vertenza Ferrosud, la sua trattazione e soluzione, va inquadrata nell’ambito del settore ferroviario (costruzione materiale rotabile etc.), va fatta cioè rientrare in un ambito più ampio in modo da potere realizzare una concreta e reale ripresa della attività nel tempo e non limitarla a produzioni occasionali.
IL sindacato ha poi precisato che va assolutamente eliminato il ricorso all’esternalizzazione dei servizi poiché bisogna valorizzare massimamente la manodopera presente nello stabilimento che piuttosto va rafforzata man mano che il personale più anziano raggiunge l’età pensionabile.
Punti quindi molto fermi stabiliti dal sindacato. Adesso è l’azienda che deve finalmente dimostrare di volere “fare sul serio” mettendo in campo azioni concrete che realizzino l’ennesimo piano industriale presentato in data 29 agosto u.s.
Si riparte dal 30 settembre data in cui verrà sottoscritta la proroga della CIGS in deroga coll’auspicio che si inizi a giocare a carte scoperte e soprattutto che si inizi a realizzare quanto più volte assicurato verbalmente: rilanciare lo stabilimento Ferrosud.
IL sindacato non farà mancare il fiato sul collo all’azienda. Occorre che lo stesso facciano la politica locale e regionale.
Resta comunque su tutta questa vicenda una terribile spada di Damocle che è il concordato preventivo la cui gestione positiva o negativa potrebbe determinare risvolti e scenari oggi non prevedibili, purtroppo”.
BAS 05