Summer School, Minardi: Mediterraneo come luogo di pace

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“Occorre al contempo mondializzare e de-mondializzare, favorire la crescita ma talvolta la decrescita, tenere conto dello sviluppo ma anche dell'inviluppo, della trasformazione come della conservazione”

“La dichiarazione di Barcellona sul partenariato euromediterraneo è l’atto fondatore di un partenariato globale tra l’Unione europea (UE) e dodici paesi del Sud del Mediterraneo. Lo scopo del partenariato è di rendere il Mediterraneo uno spazio comune di pace, stabilità e prosperità, attraverso il rafforzamento del dialogo non solo politico ma attraverso l'apertura ad una relazione dinamica tra gli stati sulla sicurezza, sulla cooperazione economica e finanziaria, e soprattutto sociale e culturale”.
E’ quanto dichiara l’Autorità di gestione Po Fesr Basilicata 2007/2013, Patrizia Minardi, in merito all’avvio della seconda edizione della Summer School "Mediterraneo, identità e alterità dell'Europa”.
“Come ‘essere europei’ oggi in un mondo globalizzato e conflittuale”? E’ l’interrogativo che solleva la Minardi e aggiunge: “Come percepire e assumere il ‘valore- Europa’ piuttosto che subire la ‘paura dell'Europa’ che si allarga e ‘comprende’, ‘riconoscendo’ l'alterità? Come sopravvivere alla crisi economica, ecologica, politica e sociale del pianeta?”
“Serve – sostiene l’Autorità di gestione – una metamorfosi dell'umanità che sfugge alle scelte manichee e rivoluzionarie. Il pensiero di Nancy, di Pulcini e di Morin, solo per citare alcuni dei docenti della Summer School daranno spunto ai 25 giovani laureati e dottorandi selezionati e al grande pubblico di riflettere sulla costruzione di un'etica all'altezza del fenomeno ‘globalizzazione’; di approfondire i profili della responsabilità e della cura come rimedio alla paura per il mondo”.
"Per salvarci – continua Minardi – occorre avere un approccio ‘complesso’ nel tentativo di tenere insieme idee che sulla carta si oppongono. Abbiamo bisogno di tutte le riforme culturali della storia dell'umanità per trasformare e trasformarci. Occorre al contempo mondializzare e de-mondializzare a seconda degli ambiti, favorire la crescita ma talvolta la decrescita, tenere conto dello sviluppo ma anche dell'inviluppo, della trasformazione come della conservazione. E' questa – conclude – la metamorfosi dell'umanità”.

bas 08

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