La rincorsa, che c’è negli ultimi giorni, a tratteggiare attraverso la stampa il buono stato di salute dell’Acta, pare più una difesa degli attuali anacronistici assetti gestionali ed organizzativi dell’Azienda che una rappresentazione realistica della situazione in cui versa. Se su un punto siamo tutti d’accordo, ossia il fatto che il cuore pulsante della società
siano i lavoratori, grandi sono le perplessità sull’azienda intesa come organo politico – gestionale. La Cgil è convinta della necessità ed urgenza di superare l’attuale assetto gestionale fatto di consiglio d’amministrazione, organismi vari e direttore, sovrastrutture inutili ed elefantiache, figlie di una logica che pensavamo appartenesse ormai al passato, intessuta di posizionamenti ed equilibri politici. In questi anni sono stati i cittadini del capoluogo e i lavoratori a pagare il prezzo di un assetto gestionale superato e fuori tempo. Una differente e più snella organizzazione, non solo determinerebbe economie e risparmi che sarebbero comunque un piccolo grande risultato per un comune come quello di Potenza, che versa da tempo in gravi difficoltà economiche, ma sarebbe l’indispensabile premessa per far nascere un nuovo modello che garantisca efficacia e razionalità nell’amministrazione aziendale. Nel concordare con l’amico Falotico sul ritorno al vecchio modello gestionale dell’Acta come azienda speciale, credo sia comunque imprescindibile ripensare in modo più snello e semplificato ad una struttura più che mai logora e asfittica.
BAS 05