Il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa, ha diffuso oggi il seguente comunicato:
"Sulla riforma della sanità lucana si evitino accelerazioni e improvvisazioni che avrebbero effetti devastanti sull’‘intero sistema sanitario regionale.
Il percorso seguito sul riordino del sistema sanitario lucano è solo l’ultimo ed emblematico esempio di come si sia connotato l’anno che sta per concludersi sul piano delle relazioni sindacali con il governo regionale.
Dopo aver denunciato i rischi e i limiti di una riforma sanitaria così fatta che non affronta alcuna criticità ma che rischia di peggiorare in modo irreversibile l’intera offerta sanitaria, ledendo il diritto alla salute dei lucani, la giunta regionale sembra continuare ad andare avanti senza tener conto che nell’audizioni svolte in quarta commissione si è registrato un coro unanime di forte critica a tale proposta.
E nonostante ciò si continua a voler imporre tale disegno di riforma con protervia e incuranza dei principi democratici della rappresentanza che dovrebbero essere sempre a presidio e fondamento di una funzione di governo. In questo quadro di fragilità istituzionale, assume particolare centralità il ruolo e la funzione dell’assemblea regionale alla quale è affidato il compito di dare robustezza alle nostre istituzione e di svolgere con pienezza la propria funzione legislativa da cui dipendono tali scelte.
La necessità di mettere mano al sistema sanitario lucano, seppur mossa dalla urgenza di adeguamento al dettato del D. Lgs. 161/2014 e della L. 208/2015, rischia di trasformarsi in un mero artificio giuridico per superare i vincoli imposti dalle norme, invece di utilizzare la spinta alla riforma quale occasione e strumento per costruire un sistema sanitario innovativo, sostenibile e calibrato sui bisogni di salute dei cittadini lucani.
Costituire un’azienda sanitaria regionale unica, mantenere l’autonomia dell’azienda ospedaliera San Carlo in stretta sinergia con il CROB di Rionero, consentirebbe di evitare un tale rischio e di adottare un modello organizzativo uniforme in una piccola regione qual è la nostra.
Misurarsi con un diverso disegno di riordino del sistema sanitario regionale sarebbe l’occasione per recuperare questo strappo democratico guardando in prospettiva al miglioramento e alla qualificazione dell’offerta sanitaria e garantendo un concreto diritto all’equità e alla universalità del diritto alla salute.
Si apra una stagione di confronto vero con le parti sociali con la dirigenza e tutti gli operatori del sistema sanitario regionale in modo diffuso e partecipativo, sulla base di coordinate irrinunciabili di risposta ai bisogni essenziali di salute. Non conta di più questo o quell'ospedale, ma conta di più il cittadino che in questi anni si è visto sottrarre possibilità di accesso ai servizi e alle cure".
bas 02