Il consigliere Alfonso Ernesto Navazio chiede al governo regionale di prendere posizione dopo l’attentato alla chiesa copta e lancia un appello ai lucani
Dopo la strage in Egitto, il consigliere regionale Alfonso Ernesto Navazio (Ial) prepara una mozione “affinché il governo lucano assuma una politica di esplicita e totale difesa del diritto alla vita e alla libertà religiosa dei cristiani che sono vittime di una strategia finalizzata al loro sradicamento e allontanamento forzoso dai Paesi a maggioranza islamica”. Attraverso una nota, il movimento “Io Amo la Lucania” sottolinea che l’iniziativa rientra tra quelle promosse dal movimento nazionale “Io Amo l’Italia”, già indirizzate al governo nazionale e alla commissione dell’Unione europea.
Il presidente di “Io Amo la Lucania”, Navazio, inoltre lancia un appello “a tutti gli italiani e i lucani di buona volontà, che sono fedeli alla verità storica delle radici giudaico-cristiane, che sono consapevoli della centralità delle regole che si sostanziano di diritti e di doveri, che coltivano l’orgoglio della civiltà cristiana che mette al centro la persona e persegue il bene comune, affinché si mobilitino per salvare i cristiani dalla dittatura islamica e salvare il cristianesimo dalla dittatura del relativismo”.
Nel condannare l’attentato terroristico contro una chiesa copta di Alessandria d’Egitto, avvenuto nella notte di Capodanno, il consigliere rileva che "si tratta dell'ennesimo attentato che si colloca in un contesto di discriminazione e persecuzione dei cristiani in Egitto da parte dello stesso regime di Mubarak, che finisce per incentivare e legittimare il ricorso alla violenza da parte dei gruppi più oltranzisti".
Navazio, inoltre, stigmatizza “il nesso tra la fragilità interiore dell’Europa e dell’Occidente”, mentre il presidente nazionale di “Io Amo l’Italia”, Magdi Cristiano Allam, chiosa: “Il fatto è che non abbiamo più la certezza di chi siamo che preferiamo presentarci come se fossimo una landa deserta sul piano delle radici, della fede, dei valori, dell’identità, delle regole e della civiltà, ci fa percepire dagli islamici come una terra di conquista”.