“Il dipartimento Ambiente sta svolgendo un lavoro positivo e ci sono le condizioni tecniche e politiche per far fare un salto di qualità al settore della forestazione”. Così i segretari generali di Fai Flai Uila, Antonio Lapadula, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello riguardo alla discussione sul Piano decennale sulla forestazione che dovrebbe partire alla fine di settembre.
“Le risorse aggiuntive stanziate per la forestazione con il recente assestamento di bilancio garantiscono il raggiungimento degli obiettivi concordati in termini di giornate contributive e mettono in sicurezza il sistema della forestazione per la stagione in corso, ma la vera sfida è quella sul piano decennale. È in quella sede che si misurerà la volontà di tutti gli attori in campo di costruire un modello di forestazione al passo con i tempi. Noi crediamo in una forestazione che sappia andare oltre il paradigma tradizionale della manutenzione del territorio e sperimentare nuove formule che consentano, ad esempio, la valorizzazione energetica degli scarti di lavorazione dei cantieri. Su questo punto ci è parso di capire che c'è sintonia anche con la Regione Basilicata, in particolare sulle micro-centrali a biomasse”.
Da rivedere, invece, per i sindacati la governance del settore. “Dovremo ragionare e molto sull'esperienza delle aree programma, fare tesoro dei problemi emersi in questi anni e mettere a punto possibili soluzioni alternative per dare stabilità al comparto e porre le fondamenta di quella forestazione produttiva che resta l'orizzonte verso cui tendere per dare un futuro certo ai lavoratori”.
Per Lapadula, Esposito e Nardiello “nel piano del lavoro, della crescita e della coesione c'è una base di discussione sul futuro della forestazione che vogliamo condividere con il governo regionale e le istituzioni locali. La proposta del gestore unico regionale è dal nostro punto di vista una strada praticabile per assicurare una gestione più tempestiva e conferire un profilo di maggiore efficacia ed efficienza ad un settore di fondamentale importanza per il territorio lucano, sia in termini di prevenzione del rischio idro-geologico e di prevenzione degli incendi, sia in termini di ricadute occupazionali”.
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