In queste ore il Consiglio Regionale di Basilicata farebbe bene ad evitare l'introduzione dei ticket di 2 Euro sulla farmaceutica, anche perché, sommati ai 10 Euro introdotti dal Governo Nazionale, rappresenterebbero una vera e propria tassa sulla salute. Questo è quanto dichiarano i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil – Antonio Pepe, Nino Falotico e Carmine Vaccaro – che unitamente alle federazioni di categoria, nei giorni scorsi, hanno avviato un intenso confronto con l'assessore al ramo sulle misure in questione.
Per il sindacato il sistema sanitario pubblico deve essere solidale e universale, e prima di giungere a scelte che ne mutino profondamente la natura, bisogna operare seriamente nel risanamento dei bilanci delle aziende sanitarie e nella razionalizzazione della rete ospedaliera, oltre che nella riorganizzazione e semplificazione della miriade di enti sub-regionali, nelle consulenze esterne in tutti i dipartimenti e nei costi della politica.
Non è giustificabile, senza una chiara scelta politica a monte, tale impostazione iniqua ed ingiusta.
È del tutto evidente che la scelta del Governo nazionale di far pagare i più deboli, e di spostare le problematiche ai governi territoriali, non può esser accettata supinamente, a partire dai rappresentanti eletti dai lucani in Consiglio regionale.
È chiaro a tutti che queste misure non produrranno l'equilibrio di bilancio della sanità regionale, anche per il taglio massiccio operato nei trasferimenti dal Governo nazionale, e quindi non ne comprendiamo il significato sociale, economico e politico.
L'unico obiettivo che si raggiungerebbe, con l'introduzione di queste “tasse sulla salute”, sarebbe una ulteriore spinta verso la privatizzazione della sanità, con il rischio di portare i cittadini a scegliere prestazioni di strutture private, in special modo nel campo della specialistiche e della diagnostica, a causa dalla inevitabile convenienza economica che ne conseguirebbe.
Il sindacato di Basilicata non resterà alla finestra a guardare la fine del sistema sanitario pubblico, ma metterà in campo tutte le azioni che si renderanno necessarie affinché la salute rimanga un diritto universale senza introdurre altre iniquità.
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