“Con la riunione del Comitato Direttivo regionale di lunedì e con i Comitati Direttivi della Cdlt di Potenza di oggi e della Cdlt di Matera del prossimo venerdì, si apre formalmente l’iter congressuale della Cgil in Basilicata, che si concluderà, dopo centinaia di assemblee nei luoghi di lavoro e sul territorio, con l’assise regionale del prossimo 20 e 21 Marzo 2014. Oltre 64 mila iscritti alla Cgil lucana, lavoratori, disoccupati, pensionati saranno chiamati non solo ad esprimersi sui documenti congressuali ma soprattutto su come il principale sindacato italiano deve meglio organizzarsi, rispondere ad una crisi economica e sociale che è anche crisi della funzione della rappresentanza”.
Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Generale della Cgil Basilicata.
“Lo sforzo che dovremmo fare tutti insieme – sostiene Genovesi – dovrà essere quindi prima di tutto uno sforzo di ascolto e confronto. Soprattutto lo sforzo che ci attende è quello di parlare e discutere con i tanti lavoratori precari, i disoccupati, i lavoratori part-time o con bassi salari, dispersi sul territorio e che vivono sempre di più una condizione di solitudine a cui il sindacato deve rispondere mettendo in campo la sua rete di socialità, tutela collettiva ed individuale per sconfiggere rassegnazione e paure. Per questo la Cgil Basilicata avvia il proprio congresso con la convinzione che, far discutere e soprattutto far decidere decine di migliaia di propri iscritti, lavoratori e pensionati, sia di per sé un grande momento di partecipazione e di democrazia di cui la nostra regione ha bisogno, antidoto alle derive populiste e leaderistiche oltre che all’anti politica”.
“Le assemblee dei lavoratori e dei pensionati – conclude Genovesi – saranno infine un ulteriore momento sia per dare sostegno al Piano del Lavoro che unitariamente le tre organizzazioni sindacali hanno elaborato in Basilicata, coincidendo di fatto con l’auspicato confronto con la nuova giunta regionale, sia per sostenere le ragioni della Basilicata al tavolo nazionale con il Governo per il reale riconoscimento del contributo energetico che da al Paese (tavolo “memorandum” e dintorni) in termini di risorse ed occupazione; sia, infine, per avviare concretamente una nuova stagione di contrattazione sociale che, a partire dalla riprogrammazione delle risorse comunitarie 2014-2020, concentri su pochi interventi pubblici risorse ed idee, rimettendo al centro la persona, i diritti, l’inclusione, comune per comune”.
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