Simonetti (Cseres) su vendita Tribunale Potenza

Il Consiglio di Stato  ha motivato la sentenza di rigetto dei ricorsi del Comune di Potenza e della società immobiliare Maya di Napoli  avverso le decisioni del Tar Basilicata che aveva bloccato la vendita della sede del tribunale di Potenza in quanto ”bene del patrimonio non disponile e quindi della incommerciabilità dello stesso”. Si tratta – commenta il presidente del Cseres Pietro Simonetti  – di una sentenza di primaria importanza nazionale sui temi della alienazione dei beni pubblici  e  che blocca definitivamente la svendita dell’immobile ed evita al Comune un ulteriore indebitamento per circa 99 milioni di euro , al netto di eventuali  aumenti  Istat, nel periodo contrattuale a suo tempo stipulato con la società privata. Infatti  la sede degli uffici giudiziari fu valutata dagli appositi organismi (con una spesa di 70mila euro) 52 milioni di euro a fronte di un canone ipotizzato di 3.100.000. Nelle motivazioni si scrive  che “all’acquisto dell’immobile si interessarono prima la Cassa Nazionale Forense e successivamente una società immobiliare.  Successivamente  fu individuato un acquirente (la società partenopea Maya) per 32 milioni. La stessa avrebbe fittato  l’immobile al Comune per 3.290.000,00 annui per un periodo di trenta anni. Tenuto conto che il Comune di Potenza spende ogni anno per i servizi di gestione della sede giudiziaria oltre 3 milioni, salvo aumenti derivanti dai costi dei servizi che al momento lo Stato non contribuisce a sostenere con il rimborso a pie’ di lista, così come accade in tutto il Paese, con l’accollo del fitto – aggiunge Simonetti –  l’amministrazione avrebbe dovuto  garantire una spesa prossima  a  6.290.000,00 euro annui. In sostanza avrebbe incassato 32 milioni e ne avrebbe speso circa  188 milioni in trenta, di cui circa 98 per fitto della sede,  oltre ad ulteriori aumenti  Istat  per i contratti   dei servizi in essere , e salvo qualche contributo dello Stato. Questo era il grande” affarone”. Oltre alla possibilità di perdere, in mancanza di pagamento del fitto, la destinazione d’uso degli uffici , così come ha rilevato Il Consiglio di Stato. La riduzione dell’indebitamento del Comune , prima nel Mezzogiorno per debito  pro capite, dovrà essere affrontato dalla prossima amministrazione con un serio bilancio di previsione e di allocazione delle risorse. In questo quadro – conclude Simonetti – si potrà collocare il confronto con il Ministero della Giustizia e il Governo tutto per  la ristrutturazione  e il sostegno le spese del presidio giudiziario di Potenza e della Basilicata che ovviamente non può gravare solo sugli Enti Locali.

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