Simonetti (Cseres) su manifestazione sindacale a Reggio Calabria

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Pietro Simonetti, del Centro studi e ricerche economiche e sociali (Cseres): “Per il lavoro, la democrazia, il Sud, Cgil, Cisl e Uil tornano con la manifestazione nazionale del 22 giugno a Reggio Calabria dopo quella storica del 1972”.
“A distanza di 47 anni dalla grande iniziativa sindacale unitaria di Reggio Calabria, per il Lavoro, i contratti e la democrazia, dobbiamo ricordare il grande apporto dei lavoratori lucani a quella manifestazione. Erano tempi difficili e duri a Reggio Calabria, seguaci di Ciccio Franco "boia chi molla" dominavano. La scelta intervenire per il ripristino della agibilità democratica partì dai metalmeccanici e si estese a tutte le categorie ed ai senza lavoro anche per l'effetto della crescita e l'estensione del Consigli di Fabbrica e dell'unità sindacale. In Basilicata con il "Febbraio lucano" e il lancio della "Vertenza Basilicata" si sviluppò un forte movimento incentrato sull'unità dei lavoratori e studenti con una forte progettualità e tenuta. La preparazione del convegno, del corteo e del comizio finale di Reggio fu contrastata con tutti i mezzi, anche con attentati e bombe che non fermarono l'arrivo dei dirigenti sindacali e dei manifestanti anche per l'apporto dei ferrovieri e dei marittimi. La notte del 21 ottobre 1972 partirono dalla Basilicata una trentina di autobus e circa 1500 lavoratori. Fu un grande problema reperire mezzi. Gran parte dei proprietari di autolinee da noleggio si rifiutarono di fittare i mezzi per paura degli attentati, delle minacce dei fascisti e delle azioni messe a segno dalle forze antidemocratiche. Riuscimmo ad ottenere, dopo lunghe trattative, gli autobus pronti per essere dismessi, privi di riscaldamento e degli standard normative di allora. Fu decisivo l'intervento delle organizzazioni sindacali degli autoferrotranvieri e degli autisti volontari. Il viaggio fu molto faticoso, all'alba arrivammo a Reggio. Il corteo partì dopo una lunga trattativa con il Questore portata avanti da Bruno Trentin, scortato dalla Digos di Potenza in trasferta, Rinaldo Scheda, assieme a Pierre Carniti. Si rimase per molte ore in piazza per garantire una ripartenza ordinata e controllata dei manifestanti, ascoltando molte decine di interventi dal palco. Il 22 giugno il movimento sindacale torna Reggio in una situazione diversa ma delicata e grave: l'attacco alla unità del Paese, ai diritti dei lavoratori, alla caduta degli investimenti e alla riduzione degli interventi verso il Mezzogiorno, il forte ostracismo del governo verso i migranti, ecco alcuni aspetti della situazione che viviamo. Se il passato conta, non solo per la memoria, è positivo che si torni a Reggio: il futuro potrà essere diverso dal presente" se cresce e si consolidano il movimento vertenziale e l'unità e si ricostruisce la capacità contrattuale del sindacato”. 
 

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