I Consorzi Industriali sono commissariati da circa sette anni. Un vero record. E’ quanto dichiara in una nota Pietro Simonetti del Centro studi e ricerche economico e sociali che sottolinea “L’indebitamento degli Enti nel 2013 si e’ attestato a 94 milioni ( circa 49 milioni Matera ed oltre 45 Potenza) per evidenti sfasature tra i ricavi e le spese di gestione. Nel 2014 il debito complessivo potrebbe essere di 100 milioni. Gli organici dei gruppi dirigenti sono aumentati e con loro i costi . Le azioni di risanamento sono rimaste sulla carta, a partire dai mutui. Tutto e’ fermo da quasi un anno. In parallelo continua il mercato dei fitti e dei passaggi di proprieta’ degli immobili. Intanto un centinaio di capannoni è inutilizzato in tutta la regione per fallimenti, mancato inizio delle attivita’, passaggi , cambi d’uso, truffe di pseudo -imprenditori, impianti solari di 4,5 MW autorizzati e allocati a terra in area industriale attrezzata di Viggiano. I Consorzi nati con le politiche della Cassa del Mezzogiorno si limitano ormai a produrre debiti, a non utilizzare a pieno le professionalita’ dei dipendenti per la missione definita dalla legge in vigore, a gestire qualche appalto finanziato dalla Regione, salvo ritardare le attivita’ di bonifica dei siti inquinati. Il DDL in discussione mantiene in vita due consorzi non prevedendo un unico organismo. L’articolato messo a punto non tiene conto di una sentenza della Corte costituzionale che ha annullato norme sulla pianificazione, indica una serie di previsioni normative che ,se approvate, assicurano il prolungamento di almeno un anno, salvo ulteriori proroghe, degli attuali organi. Gli Amministratori Unici, in sede di prima applicazione delle norme,” saranno nominati entro un anno dall’entrata in vigore della nuova legge. I direttori generali resteranno in carica fino alla scadenza dei contratti, se non si e’ prevista una data certa conserveranno la carica non oltre la scadenza del mandato conferito ai commissari medesimi continuando a svolgere le funzioni demandate dalla legge n° 18 del 2010 . Nel caso non saranno nominati gli Amministratori Unici delibereranno su tutto, compreso gli atti di trasformazione dell’area di Potenza e non solo . I Commissari dovranno adeguare gli Statuti consortili entro pochi mesi dall’entrata in vigore della nuova legge, inoltre la Giunta Regionale entro sei mesi dovrebbe approvare i Piani di Risanamento per 10 misure di intervento non attuate in questi anni . Se tali termini non verranno rispettati si “potrà’” adottare un piano stralcio! In ogni caso il Piano di Risanamento, quello completo, dovra’ intervenire entro 2 anni dall’approvazione della legge. E' prevista la riduzione degli organici: ”uno o due” funzionari in comando presso la Regione”, gli altri verso le Amministrazioni provinciali o presso i gestori dei servizi. La copertura della legge, oltre ad altre entrate, e’ assicurata almeno da un importo annuo di 2 milioni per la durata massima di 10 annui, venti milioni salvo aumenti. L’articolato prevede anche altri interventi, in realta’ fissati nella legge vigente e non attuati per la riperimetrazione delle aree, interventi urbanistici e un PIANO quinquennale di sviluppo industriale, da aggiornare ogni due anni, entro 180 giorni dall’approvazione della legge, sempre in regime commissariale . Quando arriveranno gli Amministratori Unici troveranno tutto il“saper fare “della gestione straordinaria! E’ necessario cambiare. Che senso avrebbe dotarsi di una” nuova riforma” per poi farla gestire dai soliti che da decenni si aggirano – con gli esiti che conosciamo – nei palazzi e nel territorio? Il costo di gestione si puo’ ridurre. L’ Asi di Potenza ha un direttore generale, un vice direttore generale con responsabilita ' multiple – almeno sulla carta – che nel contempo è anche il dirigente amministrativo, della programmazione e degli espropri ed un dirigente tecnico. Dirigenti nella gerarchia , autoreferenziali – sempre gli stessi da decenni – attorniati da una pletora di consulenti legali, tecnici, amministrativi che tolgono lavoro ai giovani e agli uffici preposti. E’’ noto la Regione ripiana e finanzia” perchè non approfittarne?. Anche a Matera capita lo stesso. Si vuole cambiare veramente? La soluzione concreta: attuare finalmente la Legge regionale 18".
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