Seduta del Sinodo su 'Fragilità umana, scuola da cui imparare'

Una testimonianza autentica, dettata da anni di esperienza sul campo, con l'Unitalsi con l'Amasi, con gruppi di volontariato e di preghiera, negli ospedali e non solo, quella di Rocco Pecoraro, a cui il Sinodo diocesano dei giovani ha affidato la relazione di apertura della decima seduta dell'assise che ha affrontato il tema 'Fragilità umana, scuola da cui imparare', alla quale hanno partecipato anche i membri dell'Azione Cattolica. “La carità conquista i lontani, non sono le emozioni, ma il cuore è scaldato da quel 'guardate come si amano'. Gesù ha compiuto la sua evangelizzazione, curando e predicando, predicando e curando. I nostri piccoli miracoli, sono il far sorridere una persona che ha smarrito la speranza. Il nostro essere chiamati alla santità, che trova origine nell'essere battezzati, riscopre nell'essere fragili la capacità d'ascolto e quella di godere pienamente ogni singolo istante”. Pecoraro ha proseguito facendo cenno all'Amasi, associazione della quale è presidente. “Formazione catechesi e preghiera, apostolato, sono gli obiettivi che l'Amasi si pone e per i quali lavora quotidianamente”. Tra i diversi momenti toccanti, singolare il riferirsi alla morte sempre quel “tornare alla gloria di Dio”, che conferma la fede viva del presidente Pecoraro, una fede che ha suscitato un dibattito vero tra i giovani, che si sono interrogati sui temi legati alla vita, alla sofferenza, all'eutanasia. “Dobbiamo impegnarci – ha concluso – nel cercare ciò che ci unisce, senza voler trovare sempre delle risposte, ma accompagnando chi soffre, chi è fragile, scoprendoci fragile con lui”.
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