Dopo interventi sui cambiamenti climatici e sulla qualità della risorsa idrica, si è parlato del rapporto fra sistemi idrici e l'archeologia
Prosegue a Matera, nella Casa cava, il Mediterranean Forum on Water resources organizzato dalla Regione Basilicata, dall'Università degli studi della Basilicata e dall'Arpab. Nel pomeriggio di ieri gli interventi si sono soffermati sui cambiamenti climatici ma anche sulla qualità della risorsa idrica.
“Negli ultimi decenni – è stato detto in una delle relazioni presentate ai tavoli tematici – la scarsità di acqua e la sua qualità sono stati al centro degli studi di settore. In particolare, le osservazioni scientifiche si sono soffermate sulle soluzioni per salvare la risorsa idrica da eventuali contaminazioni per restituirla all'uso potabile".
In particolare, ieri pomeriggio sono stati presentati alcuni focus su specifiche aree come il monitoraggio delle acque sotterranee in tre punti della Puglia, Conversano, San Vito dei Normanni e Lesina e come il monitoraggio dell'erosione costiera nel Metapontino attraverso l'uso degli strumenti satellitari. Inoltre, è stato presentato un progetto di monitoraggio della qualità dell'acqua nel lago Subalpino di Secrino e quello relativo all'analisi della risorsa idrica nell'area industriale di Foggia.
Una relazione proposta da Ibam-Cnr di Tito si è soffermata sui primi risultati di una ricerca riguardante le acque minerali del Vulture e sullo sfruttamento industriale.
Oggi gli interventi hanno riguardato il rapporto fra sistemi idrici e l'archeologia. In particolare, Christian Greco, direttore del Museo egizio di Torino, ha messo in evidenza le antichissime relazioni fra il fiume Nilo e il territorio egiziano. "Il Nilo – ha detto Greco – è sempre stato fonte di vita, simbolo di fertilità e fonte di aria, umidità, cielo e terra secondo i miti cosmogonici. Il Nilo ha determinato il paesaggio e influenzato fortemente l'agricoltura egiziana imponendo, a causa delle frequenti inondazioni, tecniche basate sui terrazzamenti. Le inondazioni da 9 mila anni fa al 1969 hanno sempre caratterizzato quest'area del mondo. Poi è arrivata la diga di Assuan che però ha obbligato lo spostamento di alcuni importanti templi ereditati dalla storia antichissima. A causa delle coltivazioni di canna da zucchero e alle conseguenti infiltrazioni ora i templi rischiano di sparire per sempre. Uno scenario che può essere evitato solo se si cambia l'agricoltura". Sulla legislazione delle acque nelle città comunali fra il XIII secolo e il XIV secolo si è soffermata Francesca Bocchi, dell'Università di Bologna. "E' in questo periodo – ha detto – che nascono i primi acquedotti, quando cioè si assiste a un maggior sviluppo demografico ed economico delle città. Da questo momento la legislazione nelle città è orientata a difendere le vie dell'acqua e le fontane".A chiudere i lavori della mattinata Vito Teti, dell'Università della Calabria. che si è soffermato sul carattere simbolico dell'acqua. "Il carattere pervasivo – ha detto – l'intrinseca, necessaria presenza dell'acqua entro ogni forma di vita del mondo non è mai uguale, non si ripete con monotona e scontata prevedibilità. Al contrario, l'acqua esplica le sue necessarie funzioni, articola e modella il suo ciclico fluire e rifluire, dando luogo a differenti geografie e storie, modificando, a seconda dei luoghi, dei tempi, delle interazioni con altri fattori storici e fisici, i suoi modi di essere, le sue presenze materiali, le sue stesse valenze simboliche. L'acqua è essa stessa elemento trasversale, fluido, mutevole, multiforme, liquido, solido, gassoso che si riversa diversamente sulla terra, nella natura e nella storia".
Il forum continuerà domani sempre a partire dalle 9.30, nella Casa Cava.
pat- bas 02