A cinque anni dall’inaugurazione della sede Saf Iscr di Matera, si apre la mostra delle opere restaurate dagli allievi durante l’attività didattica del Corso di laurea in conservazione e restauro dei Beni Culturali. Una mostra – si legge in un comunicato stampa dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro – che intende non solo dar conto dell’attività di questa prestigiosa istituzione nell’ottantesimo anniversario dalla sua fondazione, ma proporre anche una riflessione sulle finalità e i compiti del restauro, prendendo spunto, come dichiara il titolo della mostra, dal saggio di Paolo Torsello sulla “materia del restauro”.
La mostra, inaugurata lo scorso 3 giugno presso la sede Saf Iscr di via Luigi La Vista, sarà aperta al pubblico con visite guidate su prenotazione.
L’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro – prosegue la nota – ha aperto dall’anno accademico 2015-2016 una sede della propria Scuola di Alta Formazione e Studio a Matera. La SAF accoglie qui ogni anno dai dieci ai quindici studenti, di provenienza geografica molto variegata, altamente selezionati per mezzo di un rigido concorso di ammissione; essi intraprendono il Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali di durata quinquennale, al termine del quale acquisiscono il diploma di Laurea Magistrale e l’abilitazione all’esercizio della professione di Restauratore.
Gli allievi frequentano due Percorsi Formativi (PFP1 e PFP2) paralleli che, sovrapponendosi per i corsi teorici (di carattere umanistico, tecnico e scientifico), si distinguono invece per le materie trattate nei corsi di carattere pratico. Se nel percorso 1 è affrontato il restauro dei materiali lapidei -naturali e artificiali- dei dipinti murali e dei mosaici, nell’altro si approfondisce la conservazione delle opere su supporto ligneo (tavole e scultura policroma), dei dipinti su tela e dei materiali di sintesi, caratteristici questi ultimi dell’arte contemporanea.
La scelta per l’Iscr di insediarsi a Matera non è certo stata casuale, ma conseguenza della vivacità culturale della città e delle prospettive di sviluppo della regione, come nodale per l’offerta culturale del Mezzogiorno. Il 2019, anno di Matera Capitale Europea della Cultura, coincide poi con una data importante: gli 80 anni dalla fondazione dell’Iscr (allora Istituto Centrale del Restauro) a opera di Giulio Carlo Argan e Cesare Brandi.
L’occasione duplice porta la necessità di una riflessione sul nostro passato e sul futuro, nella quale si inserisce questa mostra, che nel titolo riprende quello del saggio di Paolo Torsello edito nel 1988, con il quale si proponeva per il restauro il superamento della centralità del concetto di “valore” in favore di quello più asettico e materialistico di “dato”. La “Materia del Restauro” è quindi l’insieme dei dati che possono essere trasmessi attraverso l’intervento conservativo alle future generazioni, ma rimanda anche certamente al tema dell’insegnamento del restauro, oggi riconosciuto come disciplina di livello universitario.
In mostra sono esposte alcune opere restaurate dagli allievi, che spaziano dalla pietra alla plastica. Queste sono selezionate tra i beni culturali del territorio e vanno a costituire un legame forte tra l'ISCR e le istituzioni locali, che si riverbera nel senso di appartenenza degli allievi alla realtà materana. In altri casi le opere sono proposte da altri musei e soggetti impegnati nella tutela del patrimonio, attivando collaborazioni che permettono agli studenti un contatto diretto e duraturo con tali realtà.
I restauri sono stati eseguiti dagli allievi nei laboratori didattici della sede materana, seguiti passo-passo dai docenti restauratori, da storici dell’arte e archeologi incaricati di dirigere i lavori e dagli esperti scientifici per le indagini.
L’esposizione è così organizzata in due percorsi tematici che riflettono quelli formativi, anche nell’ordine delle "materie" affrontate e delle opere esposte: con i colori freddi è individuato il percorso dei materiali lapidei -naturali e artificiali-, dipinti murali e mosaici (PFP1), mentre con quelli caldi il percorso formativo delle opere su supporto ligneo, dei dipinti su tela e dei materiali di sintesi (PFP2).
Ricordiamo inoltre che il 12 novembre scorso, in occasione dell’apertura del corrente anno accademico, è stato firmato l’accordo di collaborazione tra l’Istituto, la Fondazione Zètema di Matera e la società Synchronos per la realizzazione di indagini diagnostiche, studi e ricerche e attività di conservazione e restauro, di un gruppo di opere di MUSMA (Museo della Scultura Contemporanea), alcune delle quali saranno presenti nel percorso espositivo, quali alcuni esemplari dei Fiori di Guido Strazza.