“Lo sciopero del 28 gennaio indetto dalla FIOM non è uno sciopero che riguarda solo il comparto metalmeccanico o solo le aziende del Gruppo Fiat. Questo sciopero rappresenta un pezzo importante dei molti momenti di opposizione alle logiche che stanno ridisegnando, senza alcuna discussione pubblica e partecipazione delle parti sociali coinvolte, le regole del lavoro, ma anche la formazione scolastica ed universitaria, in breve, l'intera vita sociale in Italia”. Lo afferma in un comunicato il coordinatore della federazione di Sinistra Ecologia Libertà di Potenza Ivano Scotti.
Non solo oggi, ad esempio, il lavoro flessibile e atipico, spesso sinonimo di “precariato” lavorativo e di vita, copre una quota importante della forza lavoro – nel 2009, ad esempio, i dipendenti a tempo determinato erano il 12,5% dei dipendenti, il 61% di questi con età non superiore ai 34 anni, dati Istat – ma in momenti di crisi, come quello che stiamo attraversando, sembra rappresentare l'unica modalità di assunzione attuata dalle imprese e l'unica soluzione di occupazione, in particolare per i giovani. Gli ultimi dati disponibili ci dicono infatti che tra il terzo trimestre del 2009 e il terzo trimestre 2010 si registra una flessione negativa pari a -257mila occupati dipendenti a tempo indeterminato contro un +11mila per quelli a termine. La crisi, insomma, sta rappresentando anche in Italia un alibi per attuare, come sempre nella storia delle economie di libero mercato, una ristrutturazione in vista di nuova fase economica e produttiva, quella che un tempo si sarebbe definita “nuova fase dell'accumulazione capitalista”.
“A questo si aggiunga – prosegue – come la stessa ridefinizione dei percorsi formativi scolastici ed universitari non sono destinati a creare un rinnovamento dei saperi, della ricerca e della formazione, quanto a ridefinire gli spazi tra chi potrà formarsi in strutture di alto livello e chi non potrà farlo, e quindi tra chi potrà accedere ad un mercato del lavoro ricco di prospettive e chi no.
Per questo pensiamo che studenti, ricercatori, precari e lavoratori di tutte le categorie possano e debbano aderire allo sciopero della FIOM, perché la lotta ingaggiata oggi dai lavoratori metalmeccanici è la lotta per la dignità del lavoro e delle condizioni di vita”.
“Per questo – conclude Scotti – pensiamo che il Centro-Sinistra lucano dovrebbe sostenere questa mobilitazione ed indignarsi per quanto stiamo vivendo nel panorama politico e sociale in questo Paese. Noi il 28 gennaio ci saremo, con la nostra autonomia e nel rispetto del Sindacato, ma con la volontà di costruire insieme le premesse sociali, prima che politiche, di un rinnovato senso civico nazionale in vista di un superamento di questa fase storica del nostro Paese”.
BAS 05