"Apprendiamo dai quotidiani della proposta di legge relativa al ripristino del ruolo del consiglio attraverso un emendamento da far approdare direttamente in Consiglio con una procedura accelerata, senza il passaggio nelle competenti commissioni e senza avere esperito alcun previo confronto con i sindacati.
Una scelta di metodo sbagliata e, purtroppo, in linea con altri atti che si stanno consumando sull’ente regione attraverso fughe in avanti solitarie in totale assenza di contraddittorio con le parti sociali.
Metodi già contestati in passato dalla FPCGIL il cui intervento, molte volte, ha evitato che arrivassero a compimento decisioni che bypassavano completamente sia l’iter legislativo che il confronto con RSU e OO.SS.. Metodi che nulla hanno a che vedere con il tanto sbandierato “cambiamento” richiamato da tutte le forze politiche in Regione". E' quanto si legge in un comunicato stampa a firma del segretario generale della Fp Cgil, Giuliana Scarano.
"Da ultimo anche l’avviso di mobilità interdipartimentale per l’ufficio controllo fondi europei, 5 unità di categoria d con specifiche competenze ed esperienza in materia. Come noto si tratta di competenze difficilmente reperibili all’interno dell’amministrazione in quanto svolte dai cd precari dell’assistenza tecnica attività, attività che tre anni fa si è scelto di esternalizzare con un affidamento del valore di 35 milioni di euro lasciando nell’ulteriore precarietà circa 170 lavoratori che fino a quel momento con variegate tipologie di accesso e di contratti avevano prestato la loro attività al servizio della Regione Basilicata. Una scelta all’epoca fermamente condannata dalle OOSS nella convinzione che non si dovesse esternalizzare un servizio così strategico come quello della gestione dei fondi comunitari che doveva correttamente restare in capo alla gestione pubblica.
Ora ci chiediamo qualora queste unità di personale non fossero rinvenute all’interno dell’amministrazione cosa si intende fare? Reperirle all’esterno? Avviare una specifica formazione del personale interno sulla base di una eventuale manifestazione di interesse? Ma anche su questo, si pensa di poter procedere con atti singoli senza neppure un confronto con le OOSS?
Quando chiediamo l’avvio di un confronto con le parti sociali sulle politiche del personale intendiamo esattamente affrontare le problematiche che le investono nel loro complesso, nella consapevolezza che tali situazioni incidono, non solo sul personale stesso, ma sul corretto ed efficace svolgimento dell’azione amministrativa della regione.
Non si può procedere per segmenti di attività.
La scelta sul mantenimento o meno del ruolo unico, ovvero la separazione del ruolo del consiglio non può derivare da una valutazione unilaterale ex ante. Va preliminarmente fatto un confronto tra parte pubblica e sindacati dal quale dovrà risultare in maniera chiara anche ciò che l’esperienza della gestione del ruolo unico finora ha comportato.
È indubbio che allo stato attuale siamo ad un bivio: o si porta a pieno compimento e si mette a regime un disegno di ruolo unico in fieri dal 2013, razionalizzando e armonizzando gli uffici di giunta e consiglio pur nella specificità delle loro diverse funzioni, oppure si sceglie di tornare ad una separazione funzionale. Ma con quali conseguenze? Lasciare nel ruolo unico della giunta tutto il personale confluito dagli altri enti (Alsia, ex comunità montane, centri per l’impiego). E qual è il progetto sull’Alsia? Ha senso mantenere le funzioni in capo all’ente e i dipendenti nel ruolo regionale? E sul personale Arlab cosa si sceglie di fare ? resta in carico alla Agenzia per il Lavoro o si uniforma la situazione con i dipendenti dei CPI transitati nel ruolo regionale?
Come si vede le questioni da affrontare sono molteplici e sono questioni che vanno snocciolate fino in fondo. È grave che si pensi di procedere attraverso qualche intervento di là e di qua, con manovrine di mezza estate, sulla spinta di istanze particolari e delle emergenze del momento. Le scelte sulle politiche del personale richiedono visione e progettualità concomitante con quella visione programmatica sulle politiche regionali che l’ente è chiamato a realizzare sulla base degli indirizzi dati".
bas 02