“Indietro tutta? Eppure serve una sistema che difenda i cittadini dai soprusi egarantisca eguale possibilita' di cure per tutti”. Popolari uniti domani a Lagonegro, Hotel Midi ore 16.00, su Rapporto Sanità 2009 e Stati generali della salute
”Il confronto politico che come Popolari uniti stiamo aprendo intorno al tema della Sanità in Basilicata – afferma Scaglione – non deve vederci per forza condizionati dalle buone azioni messe in campo negli ultimi anni ed oggi rimesse in discussione, ma legarli a giudizi e valutazioni che invece i numeri positivi hanno evidenziato negli ultimi tempi. E mi riferisco al rapporto sanità 2009 ed al dibattito sugli Stati Generali della Salute svoltosi nei mesi scorsi. Solo da qui deve partire la nostra riflessione e non da altro, liberi cioè da pregiudizi e consapevoli del nostro essere protagonisti in positivo della vita politica regionale, anche per evitare che la lettura dei dati condizionino solo in un senso le scelte proposte. Il rapporto sanità 2009 rilancia una Basilicata in forma, conferma gli sforzi positivi del passato, ma evoca anche scenari assurdi in materia di riduzione del personale o di sostituzione degli interventi pubblici e, intanto, a Matera la spesa sanitaria cresce a dismisura. Sempre che i dati ufficiali delle aziende erano veri. I dati positivi emersi nel rapporto sanità in Basilicata 2009 – continua Scaglione – confermano la validità delle scelte strategiche portate avanti nella scorsa legislatura con lo spirito di governare i fenomeni, attuare il riordino del sistema, contenere la spesa ma, soprattutto, garantire la qualità e la efficienza dei servizi alla persona. Un risultato, dunque, di rilevanza assoluta di cui non si può non tenerne conto nel mettere in campo le nuove azioni”.
“Pur tuttavia – aggiunge Scaglione – le conclusioni rappresentate dalla società rilevatrice dei dati, hanno bisogno di puntuali e corrette disamine. Non si può cioè rilevare o considerare alto il costo del personale in dipendenza dei trasferimenti del Servizio sanitario nazionale. Se fosse così semplice ridurlo, basterebbe licenziare diverse unità sul territorio e mandando a casa tanti padri di famiglia, immaginare forme di sostegno che graverebbero ancor più sul sistema solidaristico regionale, dequalificando i servizi. Semmai ci preoccupano le azioni che qualche direttore di azienda mette in campo addirittura annunciando nuove spese e assunzioni in contemporanea ed in barba alla presentazione dei risultati, proprio come ha fatto in più occasioni, il direttore dell'Asm. Altra valenza va, invece, data ai risultati dai quali emergerebbe la esigenza di aumentare l'assistenza privata specialistica che non compete suggerire, atteso che c'è sempre in primo piano la esigenza di qualificare i servizi pubblici integrandoli con quelli privati, non sostituirli e far crescere così la spesa regionale e quella delle persone più volte invitata o costretta ad emigrare presso strutture private. L’uomo deve essere sempre al centro delle azioni e degli interessi in materia di servizi sanitari ed in questa direzione la riconversione delle strutture ospedaliere piccole e di territorio ha bisogno di essere sostanziata nei fatti per evitare che si percepisca solo la voglia di tagliare. Presentare così con dettagli poco efficaci, ad esempio i costi di riduzione di alcuni servizi nel settore sanitario mi auguro non rappresenti la nuova frontiera della politica condivisa con i cittadini al fine di autorizzare solo una manovra di Palazzo. E' il respiro ampio sulle scelte più delicate che ci aspettiamo dal Governo De Filippo a cui non facciamo mancare il sostegno ma da cui attendiamo il segnale di una inversione di tendenza del declivio delle scelte amministrative che col paravento dei tagli del Governo nazionale, che pure ci sono, faccia digerire l'indigeribile. In qualche caso si tratta solo di riaggiustamenti, di limature, ma è la prospettiva che non si vede”.
“La politica – sostiene Scaglione – deve riappropriarsi del suo ruolo, mettendo da parte il calcolo ragionieristico che Tremonti sta imponendo e per il quale le regioni sembrano quasi assecondare tale impostazione pur di nascondere i veri conti. Penso ai danni procurati dalla gestione del servizio sanitario nel materano o il ricorso continuo a professionalità esterne con long list e lavori precari di dubbia funzionalità ed utilità di cui pure dobbiamo fare ammenda, o meglio la deve fare chi ha seguito questa scellerata. Da qualunque parte stia. Non è un caso, comunque, che vengano messe in discusssione le politiche messe in campo in materia di welfare. Misure che dovendo migliorare le condizioni di vita dei cittadini puntino ad offrire in modo efficiente una serie di servizi di assicurazione contro l´incertezza di distribuire fra tutti in modo equo i costi dei servizi, di rafforzare il senso di appartenenza di ciascun cittadino alla collettivita' e di contribuire alla sostenibilita´sociale di un sistema basato sulla divisione del lavoro e del mercato, con l'ínevitabile corollario di stratificazione sociale e di assenza di certezze su reddito e occupazione.
Per questo abbiamo chiesto al presidente De Filippo di far decollare definitivamente il quoziente familiare, prima di approvare un Piano sanitario come quello che si prospetta. E invece, su questo vorrei che come partito moderato di ispirazione cristiana che si caratterizza per la sua capacità di proposta e non solo, dicevo, di contrapposizione, nel Piano regionale in discussione, si leghi la ridiscussione nazionale sui principali pressuposti del welfare pubblico con un necessario ripensamento del sistema salute, visto che si enuncia un astratto principio di valorizzazione della ‘sussidiarietà’ legandolo, come avvertono anche gli analisti economici, ad una innaturale nuova convenienza ed ad una valutazione economicistica, al fine di realizzare eguali possibilita' di cure, ma subordinandole ad una ‘giusta redistribuzione delle risorse’. Ma giusta per chi? E in quale direzione giusta? Qui si annida forse il vulnus economico della nostra regione su cui non intendiamo stendere un velo pietoso e per il quale come partito torniamo finalmente a combattere”.