Dal confronto aperto con i lucani di ritorno la risposta alla voglia di agire nell’interesse della nostra gente, senza alcuna autoassoluzione, ma con la condanna ai giustizialismi e ad ogni novello tentativo di giacobinismo
“In questi giorni di Agosto, incontrare le comunità dei lucani emigrati fuori regione e spiegare il tempo che viviamo in Basilicata, è stata l’occasione per andare oltre lo sterile e strumentale dibattito sulle condizioni di agibilità politica della classe dirigente regionale lucana chiamata, nella sua interezza, a rispondere di tante e tali nefandezze, da far dubitare di tutto e di tutti. Nessuno escluso, né vecchi né nuovi”. Lo sostiene il consigliere regionale dei Popolari uniti e presidente della “Commissione regionale dei Lucani nel mondo”, Luigi Scaglione.<br /><br />“Non c’è stata autoassoluzione, lo assicuro e possono testimoniarlo le delegazioni dei sanfelesi nel Mondo, con il suo presidente, Giuseppe Ticchio e l’associazione dei satrianesi, dei lucani di Settimo torinese incontrati insieme con altri amministratori locali nei Comuni lucani di appartenenza e lo stesso dicasi per gli incontri tenuti con associazioni locali ed estere, in questo intenso mese di agosto. Anzi, in qualche caso – continua Scaglione – il confronto aperto e franco, ci ha fatto riflettere sulle ragioni dello stare in politica ed in prima linea proprio per quel misto di orgoglio e di risposta a chi ci chiede ancora maggiore impegno e più severità con noi stessi per dare risposte alla gente ed ai giovani, in particolare, colpiti dal nuovo fenomeno emigratorio. Ed in questo franco confronto è emersa anche la ragione del non voler passare per capri espiatori di situazioni francamente poco comprensibili che, come rilevato il giorno del dibattito sulle dimissioni del presidente De Filippo, hanno sicuramente ben altre motivazioni che quelle di un giudizio morale tout court sul nostro impegno. In sintesi, ancora nessuno ci ha spiegato davvero perché si va verso elezioni regionali anticipate e dietro tali scuse, giudicare ancor prima che il Tribunale lo abbia fatto, passa come un’altra solenne ingiustizia nei confronti di tutti i lucani e di tutta la Regione. Lo capiscano bene i tanti novelli politologi a volte ispirati da vecchi marpioni. Al netto delle nostre personali responsabilità da cui, io per primo, non fuggo. Lo ribadisco, questo sì a livello personale, non sono il migliore, ma sono onesto perché amo la Basilicata. Ma se vedo l’agitarsi dello strumento discriminatorio, se vedo novelli politicanti cavalcare la tigre, neo giacobini e giustizialisti dal ‘levati tu che mi metto io’, se vedo amici giocare di sponda e strumentalmente intessere relazioni con chi vuole la cacciata delle streghe, non posso non evocare lo spettro di sciacalli ed avvoltoi che non si vogliono misurare con i problemi veri e con la inconsistenza di alcune politiche di sviluppo regionale che, queste sì, stanno dietro la vera crisi esistenziale della Basilicata di oggi. Oltre cioè gli schieramenti che in maniera interessata qualcuno vuole smontare e ricostruire dopo averne compartecipato”.<br /><br />“Tanto di cappello allora – dice ancora Scaglione – a quegli schieramenti che, legittimamente, invocano una nuova politica di governo regionale, ragionando e promuovendo idee e strumenti di azione nuova della politica di rinascita, ma nessuna concessione a chi gioca su più tavoli e vuole vestirsi di novità senza essersi mai misurato con il consenso elettorale. E qui condivido il ragionamento che proprio stamattina, faceva sulla stampa il collega Falotico, ampliando il raggio di azione non solo alle prossime elezioni regionali, ma anche alle amministrative di primavera. E’ da qui che deve partire, ho ribadito con i nostri corregionali trovandone ampia condivisione, il riscatto della nostra Regione, anzi, la conferma che la nostra Basilicata è ancora migliore ed al disopra di tante altre Regioni, se proprio vogliamo fare il confronto con le mancanze e le risultanze anche di inchieste giudiziarie e non con il valutare le politiche di sviluppo messe in campo. E la Basilicata – conclude – resisterà oltre il tempo che sta vivendo e che qualcuno artatamente dipinge come oscuro”.<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />