“Il 16 dicembre 1857, alle ore 20:15, 20:18 e 21:15 tre fortissime scosse di terremoto distrussero una parte della Basilicata e una parte della vicina Campania. Furono colpite l’attuale provincia di Potenza e l’area di Salerno. Circa 200 zone, per un’area di circa 20.000 km2, subirono danni gravi, tanto da rendere inagibili gran parte delle case. Nei comuni di Montemurro, Grumento Nova, Viggiano, Tito, Marsico Nuovo e Polla si ebbe il maggior numero di morti che secondo i dati ufficiali, ammontarono a 10.939, di cui 9.732 nelle province lucane e 1.207 nella provincia di Salerno”. E’ quanto dichiara in una nota Michele Miglionico, già Sindaco di Satriano di Lucania, che ricorda: “I primi racconti del terribile sisma circolarono sui più importanti quotidiani europei, da Londra e Parigi e nei giorni seguenti, il Times riportò dichiarazioni sempre più minuziose del terremoto e a gennaio 1858 il periodico Francese L’Illustration, e poi L’Illustrated London News, pubblicò le prime immagini delle rovine del Vallo di Diano e dell’Alta Val d’Agri. Si dice che a Montemurro la distruzione del centro abitato fu totale e ridotto a un cumulo di macerie, rimasero in piedi solo un palazzo e il convento dei Frati Minori, comunque gravemente lesionati, e tre campanili in parte crollati; a Viggiano danni gravissimi, tante case cadute del tutto e altre parzialmente, in particolare nella parte alta dell’abitato. L’area si allargò fino a Brienza dove – prosegue la nota – si registrò il crollo di gran parte delle case e parzialmente anche il cedimento del Castello. Proprio in virtù di quanto accaduto alla vicina città Burgentina e al Comune di Tito, a Satriano di Lucania la situazione sembra sia essere stata diversa: pochi crolli e nessuna vittima tanto da indurre l’intero popolo a ‘ringraziare particolarmente’ il Santo Patrono San Rocco.
Oggi – evidenzia l’ex Sindaco di Satriano, Miglionico – a distanza di 160 anni dal terribile terremoto la comunità Satrianese non dimentica e come da oltre un secolo e mezzo, con la preghiera ringrazia il ‘santo protettore’ che con la sua intercezione protesse il popolo Satrianese dalla catastrofe. I Satrianesi devoti a San Rocco portano con loro questa grande gratitudine verso il Patrono che in quel terribile terremoto col suo ‘mantello’ salvaguardò cose e uomini dalla distruzione e dalla morte. Fonti storiche riportano registrazioni di uno sciame sismico di circa cento scosse, comprese le tre devastatrici. Il 26 dicembre alle ore 2.00 e alle ore 5.00 altre due scosse causarono il crollo delle ultime costruzioni rimaste in piedi a Montemurro nella vicina Val D’Agri. Oggi – conclude la nota – in una terra a grande rischio sismico, ci si interroga sul futuro, si guarda ancora alle ferite del 1980 e si ringrazia con la preghiera la misericordia ricevuta nel 1857”.