Il consigliere regionale si chiede “Come risponde la classe dirigente lucana ad una situazione eccezionale che richiede misure straordinarie, come quelle che il governo sta compiendo sotto la rubrica “spending review”?
“Una fase costituente per salvare la Basilicata. Come risponde la classe dirigente lucana ad una situazione eccezionale che richiede misure straordinarie, come quelle che il governo sta compiendo sotto la rubrica “spending review”? Innanzitutto – dice Santochirico – con una sacrosanta e inevitabile battaglia per cambiare segno e impostazioni di manovre che corrono il rischio di dare il colpo di grazia ad un tessuto economico e sociale già stremato e di sacrificare diritti di cittadinanza già intaccati. Ma, al netto di questa lotta, difende lo status quo sempre e comunque? Si divide per cercare vantaggi o utilità marginali per qualche territorio o categoria? Accetta supinamente le decisioni romane per spirito di obbedienza?”.
“Ho esemplificato – spiega il consigliere regionale – risposte che penso possiamo unanimemente escludere perché nessuna risponde a razionalità e responsabilità, criteri oggi quanto mai preziosi e necessari. Eppure sono possibili trappole in cui, nelle settimane e nei giorni scorsi qualcuno, per ingenuità o eccesso di furbizia, è caduto. Non a caso sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie chiedemmo, anche in Consiglio regionale, al Presidente della Regione da farsi interprete e portavoce di una posizione unitaria, che evitasse sospetti, equivoci, scorciatoie, divisioni. Forse sarebbe stato necessario che ci muovessimo prima in questa direzione e con tale modalità – e non si dovrà lasciare nulla di intentato per mantenere intatto il reticolo giudiziario lucano – ma ci deve essere di monito e insegnamento per una più consapevole e condivisa strategia a favore della regione che ha davanti un'agenda da far tremare i polsi. Ed è bene che ci sforziamo di discutere pubblicamente su obiettivi, parametri, indici, misure di verifica per evitare di apparire, appunto, apocalittici o integrati ed alimentare polemiche retrospettive che avvelenano il clima politico e la vita delle comunità. Ho riproposto il tema nella caleidoscopica conferenza programmatica del Pd : l’infrastrutturazione istituzionale della Basilicata va ridisegnata. E' necessario per evitare il corto circuito fra crisi fiscale dello stato, democrazia e condizioni di civiltà”.
“La spending review – a parere di Santochirico – può diventare l'arma legale e letale per presidi democratici, sociali e civili. Si tarda ad assumerne consapevolezza o si reagisce come se fosse una questione tutta e solo lucana o, peggio ancora, si rivendica una “specialità” e ci si attribuisce una potere che sono solo frutto di un angusto provincialismo o di una cinica strumentalizzazione, mentre lo stesso destino della regione può essere a rischio. Nessuna resa ma consapevolezza delle questioni e delle forze in campo si! Quello che è già successo ai comuni ( riduzione consigli e obbligo di gestioni associate) e alle circoscrizioni giudiziarie (Melfi e Pisticci) è solo un anticipo. Se già diventasse legge quanto deciso dal Consiglio dei Ministri a fine settimana, un uragano investirebbe il sistema sanitario e delle autonomie lucane ( dalla provincia ai presidi sanitari). E non solo".
"D’altronde, la ricomposizione del mosaico istituzionale – aggiunge ancora l'esponente politico – è necessaria anche per ragioni più strettamente lucane, per affrontare meglio le sfide della nuova programmazione dei fondi strutturali, del futuro di rilevanti comparti produttivi, dell’ormai matura riedizione dell'intesa sulle risorse naturali. Una fase costituente è perciò urgente e indispensabile. La riscrittura dello Statuto ne è la premessa e la base perché esso traccia la direzione di marcia della Regione e sceglie il modello. Ma proprio per tale funzione e perché viviamo il tempo delle scelte, non si può più tergiversare. A seguire, dalla sanità agli enti intermedi, dai servizi pubblici agli enti ad alta specializzazione tecnica o a forte vocazione settoriale, dal ruolo delle autonomie locali, funzionali e sociali all'assetto dipartimentale e burocratico della regione, va ricatalogato e ridisegnato il sistema istituzionale lucano. E, se si avesse coraggio e fantasia, questa opera potrebbe anche anticipare soluzioni relative a istituzioni statali (come si è fatto per Unibas, per intendersi), che altrimenti verranno imposte, proponendo alternative più equilibrate. Per evitare derive contabili (come quelle del Governo attuale) e dogmatiche o fideistiche tesi (del tipo, accorpamento = risparmio), bisognerebbe accompagnare le proposte di rimodellamento istituzionale con bilanci che esplicitino obiettivi, risparmi, benefici, in modo da renderli verificabili nella discussione prima , nell'attuazione poi (questo avevamo chiesto per le circoscrizioni giudiziarie, ad esempio). E questa complessa e difficile opera consentirebbe anche di creare equilibri territoriali, e quindi coesione, evitando che, a causa di restrizioni e tagli, si scatenino comprensibili, ma miopi furori campanilistici".
"La rinuncia ad avviare seriamente un percorso di cambiamento – conclude Santochirico – ci renderebbe spettatori di un'emorragia istituzionale e di una desertificazione civile, accompagnate da un diffuso e generalizzato sentimento di contestazione antisistema. E ci costringerebbe alla difesa di quello che c'è o rimane, pur se incongruo o inutile, in una logica di mera e stanca conservazione dell'esistente, anziché puntare sul rinnovamento istituzionale per finalità di sviluppo, ampliamento della partecipazione, aumento dell’efficacia, creazione di opportunità. E' nei tempi di crisi che si compiono le svolte, soprattutto se e quando è la stessa regione Basilicata a rischio. E’ una missione difficile, difficilissima, ma non impossibile".