Sannazzaro, FP CGIL su ACTA Potenza

“Le dimissioni del Direttore Generale dell’ACTA Potenza, Silvio Ascoli, sono un chiaro messaggio all’amministrazione comunale: l’azienda non può essere ancora una volta sotto il mirino di chi non ha idea di come funziona il sistema integrato dei rifiuti” a dichiararlo Michele Sannazzaro, della FP CGIL Potenza in una nota diramata alla stampa.“L’azienda” continua sannazzaro, “è una delle pochissime, tra le 8000 partecipate d’Italia, ad avere i bilanci in ordine, nonostante vanti crediti milionari dal comune di Potenza (circa 8 milioni che mettaranno a serio rischio l’attivazione del piano neve).”“In questi anni di sopravvivenza l’azienda non ha potuto investire né in mezzi nè in attrezzature, e tantomeno in impiantistica. Le scelte, o meglio le non scelte scellerate di Regione e Provincia sull’impiantistica, hanno obbligato la città di Potenza, e quindi l’ACTA, a portare i rifiuti, prima alla stazione di trasferenza di Tito e poi nelle varie discariche di Tricarico, Atella, Venosa ecc. costringendo un’usura eccessiva di mezzi e un sovraccarico di lavoro per le persone. Eppure i lavoratori continuano ad operare, in un clima alle volte ostile di un’opinione pubblica che ignora una situazione pesante: penso ai meccanici, che ogni giorno devono rattoppare i mezzi con e senza pezzi di ricambio, perché le ditte non vedendosi pagate le fatture bloccano le forniture, (la situazione oggi è ancora più grave a causa del fatto che l’officina a Vallone Calabrese è stata chiusa per ordinanza comunale); ai lavoratori che, dopo un blocco della raccolta dei rifiuti solidi urbani dovuti al mancato pagamento delle fatture ai gestori delle discariche, da parte del Comune, sono obbligati a raccogliere decine di quintali di rifiuti dalle strade.”“È incomprensibile”, denuncia Sannazzaro, il motivo del “fuoco amico”, come giustamente lo chiama Ascoli. L’amministrazione comunale, unitamente all’ACTA, dovrebbe affrontare la mancanza di liquidità dell’azienda. Dovrebbe avere rispetto per l’ACTA, che da anni è diventata una banca per il comune. Nessuna azienda sarebbe sopravvissuta con un credito di 8 milioni di euro. Nel vicino Alto Bradano, le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo sciopero dell’igiene ambientale per il mancato pagamento dello stipendio e perché l’Unione dei Comuni non riesce a pagare il debito dell’azienda gestore del servizio, che vanta un credito di circa 2 milioni di euro. Penso allo sforzo compiutio dall’azienda, per far partire la raccolta differenziata, senza mezzi nè uomini. Il comune dovrebbe preoccuparsi di programmare, di concerto con l’azienda, l’avvio della raccolta differenziata con un piano economico finanziario per i prossimi tre/quattro anni.La decisione strategica della vecchia amministrazione comunale, di far gestire l’azienda da Ascoli, già dirigente dell’azienda e da un Consiglio di Amministrazione di emanazione comunale, ha portato dei risparmi notevoli per la società. Oggi, le dichiarazioni del Sindaco, sulla scelta di un management al di fuori dell’azienda o dal comune, aumenterà di sicuro i costi aziendali, sperando che non si rinnovino gli errori del passato, ovvero l’aumento indiscriminato dei costi e nessun beneficio per l’azienda e il comune. ““Qualsiasi sia la scelta dell’amministrazione”, ha chiuso Sannazzaro, “come FPCGIL, ribadiamo la richiesta di aprire un tavolo di discussione per non abbandonare questa grande realtà della città.”bas 03

    Condividi l'articolo su: