Sanità futura su Centro unico di prenotazione

Le proposte delle strutture sanitarie private accreditate (una cinquantina di poliambulatori specializzati con circa 600 unità lavorative) perché il Cup (Centro Unico di Prenotazione) funzioni sul serio rispondono alle esigenze di ridurre la “mobilità passiva” che pesa sul bilancio regionale per 40 milioni di euro l’anno, alimentando nuovi flussi di utenza lucana che paga il ticket più alto d’Italia verso altre regioni, di ridurre  le liste di attesa che nonostante i passi in avanti delle Aziende sanitarie sono ancora troppo lunghe e di realizzare l’interazione tra pubblico e privato.  Lo hanno sostenuto oggi i dirigenti di Sanità Futura Michele Cataldi e Giuseppe Dimarzio che insieme ad Antonio Mussuto hanno incontrato i giornalisti per illustrare la posizione assunta in tema di Cup.
“E’ da un decennio – ha evidenziato Cataldi – che chiediamo cose semplicissime che normalmente un servizio ICT dovrebbe assicurare in casi come questo, vale a dire che risponda in modo efficace alle procedure di cui si vorrebbe occupare migliorandone le performance; che sia collaudato nel suo funzionamento;  che sia aperto al miglioramento e al dialogo con altri servizi ICT; che sia flessibile rispetto alle necessità degli utilizzatori (quelle generali e non particolari); che offra opportune garanzie di sicurezza contro i rischi di disastro e perdita di dati, di intrusione, di errori e blocchi di sistema, di danni a terzi.
Tra le criticità evidenziate: l’impossibilità per la struttura privata accreditata di operare il download (copia) dei dati di propria pertinenza ai fini di backup (salvataggio) contro disastri info-telematici, ai fini di elaborazione statistica ed ai fini del rispetto del codice della privacy;  l’impossibilità per le strutture private accreditate di avere gli stessi livelli di accesso delle strutture pubbliche; l’impossibilità di convertire la prenotazione da regime pubblico a regime privatistico”.

BAS09

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