Sanità al San Carlo, nota del sindaco di Sant'Angelo Le Fratte

Il sindaco di Sant'Angelo Le Fratte, Michele Laurino, interviene sull'episodio di cronaca che ha coinvolto l'ospedale San Carlo di Potenza. 
“Sono davvero indignato, da cittadino, da parente, ed anche da rappresentante Istituzionale della mia piccola e laboriosa comunità, per denunciare pubblicamente quanto ho dovuto registrare personalmente tra disorganizzazione e disumanità nella fase terminale di mio cugino Nicola, deceduto alla giovane età di 47 anni, l’altra notte nell’Ospedale San Carlo di Potenza.
E’ impensabile, che nonostante i cospicui investimenti in risorse umane, strutturali ed organizzative, in quella che viene da sempre considerata una delle eccellenze sanitarie del Mezzogiorno, assistere inerme all’incapacità e alla totale disorganizzazione nel prestare le cure a un paziente, nel caso mio cugino, che si era recato in Ospedale per essere solo curato e non sbattuto da una parte all’altra, senza le dovute attenzioni e precauzioni per il quadro clinico complesso che si andava aggravando di ora in ora.
Sentire poi, le assurdità dal personale che si avvicendava che cercava di capire cosa bisognava fare e di ritrovarsi nella impossibilità di intervenire, anche per i più banali controlli, in quanto l’apparecchio con cui bisognava effettuare l’ecocuore pare fosse chiuso in una stanza senza riuscire a trovare le chiavi, e dopo che mi ero offerto per sfondare la porta pur di fare qualcosa, difronte all’imbarazzante invito di correre a recuperarne un altro apparecchio all’UTIC, esasperato consultandomi con gli altri familiari abbiamo chiesto l'intervento immediato del 113 e 112 per denunciare quanto stava accadendo all’autorità giudiziaria .
Francamente, ho pensato e ripensato più volte prima di scrivere questa lettera, anche in considerazione del mio rapporto emotivo di parente dello sfortunato Nicola, ma credo che di fronte agli episodi ed alla totale disorganizzazione registrata, anche se nel corso della notte ad un paziente che aveva bisogno di essere solo curato e salvato non penso che la mia coscienza avrebbe sopportato il silenzio e la ingiustificabile omertà. E’ la mia sensibilità anche da modesto Sindaco di un piccolo comune che mi spinge a denunciare con tutta la mia rabbia e disapprovazione che siamo ancora all’abc nella Sanità in Basilicata, per l’irresponsabilità e forse anche negligenza di alcuni che non dimostrano di avere rispetto per i malati, per i loro familiari e soprattutto per l’Azienda da cui vengono regolarmente retribuiti.
Lo strazio e il dolore della nostra famiglia e dell’intera Comunità di Sant’Angelo, ed anche la denuncia pubblica e giudiziaria che abbiamo inteso rivolgere, non ci aiuteranno di certo a far tornare in vita l’affettuoso Nicola, che guarda caso si prodigava per la vita di tutti e che non ha trovato proprio nella fase terminale della sua vita quella disponibilità di chi doveva garantirgliela e assicuragliela.
Se solo Nicola fosse morto tra le dovute attenzioni del personale intervenuto, ci saremmo anche rassegnati che il Signore aveva deciso dopo tante disavventure chiamarlo a Se per farlo continuare a vivere in un mondo migliore, ma oggi, dopo tutto quello a cui abbiamo assistito non resta che piangerlo tra rabbia, sconforto e tanta indignazione.
Abbiamo deciso di denunciare quanto purtroppo accaduto, auspicando che quello capitato a Nicola non accada mai più a nessuno, in tutte le strutture sanitarie sia esse pubbliche che private. I malati meritano solo umanità, rispetto e cure con professionalità adeguate.
Addio caro Nicola, riposa in pace e grazie per quanto ti sei prodigato con l’Associazione Salva Melandro, per pretendere sempre controlli, per salvaguardare la vita e la salute di tutti noi".

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