“Mesi e mesi di chiacchiere, di scontri ed incontri con le parti sociali e con i cittadini per partorire un mero riordino ‘organigrammatico’ che si basa non sulle esigenze dei lucani e dei territori, ma sul risparmio economico”
“Sono mesi che si parla della riforma del sistema sanitario regionale. Mesi di discussioni e contrattazioni. Finalmente, il monstrum è stato partorito: 6 articoli di cui uno per i principi (l’art. 1), uno per le norme transitorie (l’art. 4), uno per le revisioni normative (l’art. 5), quello sull’entrata in vigore (l’art. 6) e quello istitutivo dell’immancabile Osservatorio (l’art. 3). Come se in Regione mancasse gente che si siede e guarda quello che fanno gli altri”. Così Gianni Rosa, capogruppo di Laboratorio Basilicata – Fratelli d’Italia, commenta l’avvio della discussione, oggi in quarta Commissione, del disegno di legge sulla riorganizzazione del Servizio sanitario regionale.<br /><br />“In pratica – aggiunge l’esponente di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale -, la riforma si sostanzia in un articolo (l’art. 2) che accorpa: al San Carlo di Potenza, le aziende ospedaliere di Melfi, Villa d’Agri e Lagonegro; all’Asp, quelle di Pescopagano, Venosa, Chiaromonte, Maratea e Lauria, oltre che il 118; all’Asm, quelle di Matera, Policoro, Tricarico, Tinchi e Stigliano. Come si debba procedere a questo accorpamento lo decideranno i direttori generali delle Aziende sanitarie. Un vero vulnus: non è più la politica che programma ma la burocrazia. Già questo, dovrebbe portare un uomo di media coscienza alla bocciatura del disegno di legge. Ma di più. Nella Commissione regionale competente di oggi, non si è riuscito a capire, ad esempio, come verrà risolta la questione della turnistica medica. Perché? Perché i dg devono ancora decidere (e sì che la maggioranza ha già approvato due norme illegittime di proroga). Si parla con i Comitati territoriali, ma, anche in questo caso, non si possono approfondire le richieste. Perché? Perché si è in attesa delle decisioni dei direttori. Come si pretenda che qualcuno possa approvare un disegno di legge come questo è incomprensibile”.<br /><br />“Ma soprattutto – afferma ancora Rosa -, su cosa hanno basato la riforma non è dato sapere. Mesi e mesi di chiacchiere, di scontri ed incontri con le parti sociali e con i cittadini per partorire un mero riordino ‘organigrammatico’ che si basa, non sulle esigenze dei lucani e dei territori, ma sul risparmio economico. Proprio un bel traguardo, per questa Giunta regionale, traguardo che si pone sulla medesima scia di tutte le riforme varate in quasi tre anni, quella dell’apparenza. Tuttavia, come oramai i lucani avranno capito, non basta affermare che si tratta di una riforma perché essa lo sia. Ed è questo il caso: manca in quell’unico articolo una visione del Sistema sanitario che concretizzi i principi che pure il disegno di legge contiene e che rimarranno, in questo modo, inattuati. Appropriatezza delle cure, efficienza, equità nell’erogazione dei servizi saranno dei miraggi per i lucani della Val d’Agri, così come per quelli di Stigliano. Siamo di fronte all’approssimazione più totale. La cosa che preoccupa è che non stiamo parlando di un qualunque servizio pubblico ma di quello sanitario, che è uno dei cardini dello Stato sociale”.