Sanità, Romaniello: incapaci di determinare cambiamento

Partendo dall’analisi sulle vertenze in corso fino ad arrivare al tema della qualità dei servizi, il consigliere parla di “incrostazioni del sistema, con dirigenti che da tempo gestiscono il settore. Chi è in scadenza non ipotechi il futuro”

&rdquo;Non passa giorno che non si parli di una vertenza in sanit&agrave; nella nostra regione: dall&rsquo;annosa questione della riduzione delle prestazioni ai pazienti disabili assistiti dall&rsquo;Aias con effetti negativi sullo stesso personale dipendente, alla vertenza della ex Clinica Luccioni e per finire ai diversi rinnovi di contratto di appalto dei servizi. A tutto ci&ograve; va aggiunto il tema della qualit&agrave; ed appropriatezza delle prestazioni e dei servizi, per non parlare delle liste di attesa&rdquo;. Lo afferma il consigliere regionale del gruppo misto, Giannino Romaniello, per il quale questa &egrave; &ldquo;una situazione non pi&ugrave; sopportabile per i cittadini della nostra regione e sicuramente riconducibile a incrostazioni del sistema, per responsabilit&agrave; di una politica incapace di determinare cambiamento e innovazione, affidandosi a dirigenti che da troppi anni gestiscono la sanit&agrave; in Basilicata e i cui risultati negativi sono sotto gli occhi di tutti&rdquo;.<br /><br />&ldquo;In pi&ugrave; occasioni, a partire dall&rsquo;approvazione della legge 2/2017 &ndash; sottolinea il consigliere – abbiamo evidenziato la necessit&agrave; di assumere il tema della razionalizzazione dell&rsquo;intero sistema a partire dalla rete ospedaliera e il necessario rafforzamento della medicina del territorio, quali priorit&agrave; assolute per il nostro sistema sanitario. Abbiamo, invece, assistito a tutt&rsquo;altro, infatti, con la legge 2/2017 si &egrave; solo cercato di evitare d&rsquo;incappare su quanto previsto dal Dm 70 in materia di risultati di bilancio e dalla normativa europea sull&rsquo;orario di lavoro. A seguire si &egrave; poi, in violazione di norme e leggi, nominato i commissari adducendo una motivazione in parte credibile: &lsquo;lasciare al nuovo Presidente il diritto di nomina&rsquo;. Una motivazione smentita successivamente al 4 marzo con l&rsquo;emanazione dei bandi per la nomina dei nuovi&nbsp; direttori generali. Commissari, tranne qualcuno, individuati nelle persone dei vecchi direttori generali che, non &egrave; dato sapere, se dal 2015 a oggi hanno raggiunto gli obiettivi assegnati con le delibere della Giunta regionale. Non vorremmo trovarci in futuro ad apprendere che agli stessi sia stato anche riconosciuto l&rsquo;incentivo. Sarebbe troppo&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Un quadro quello che abbiamo davanti &ndash; conclude Romaniello – su cui ho chiesto al Presidente della quarta commissione di audire l&rsquo;Assessore. Ma ci&ograve; che ho chiesto in primo luogo all&rsquo;intera Commissione &egrave; di condividere la necessit&agrave; che la Giunta dia risposte puntuali sulle vertenze in corso, dando seguito agli impegni assunti in incontri con le parti sociali e con le mozioni approvate in Consiglio, nonch&eacute; invitare la Giunta ad astenersi dal fare le nomine dei futuri direttori generali, nel rispetto delle regole pi&ugrave; elementari di&nbsp;&nbsp; democrazia: chi &egrave; in scadenza di mandato non pu&ograve; fare nomine che ipotecano il futuro in quanto le stesse spettano a coloro i quali i cittadini affideranno il compito di governare per i prossimi anni la regione&rdquo;.<br />

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