Ieri, nella 24° giornata mondiale dedicata alla cura di questa patologia, il presidente del Consiglio regionale ha visitato la struttura che opera nell’ospedale di Venosa
“Il Consiglio regionale valuti la possibilità, nel Piano sanitario in fase di approvazione, di convertire in luoghi di cura per l’Alzheimer anche altre strutture ospedaliere, ex sede di Pronto soccorso attivo, attualmente ospedali distrettuali. Le istituzioni contribuiscano a creare le condizioni per affrontare gli effetti che questa patologia comporta attivandosi concretamente, pensando a luoghi di ricovero che alleggeriscano le famiglie e confortino il malato, in attesa che la ricerca dia i suoi frutti”. E’ quanto dichiara il presidente del Consiglio regionale, Francesco Mollica, che ieri, nella 24° giornata mondiale dell’Alzheimer, istituita dall’Organizzazione mondiale della sanità) e dall’Alzheimer’s disease International per creare consapevolezza sui problemi provocati dalla malattia e stimolare sinergie tra medici, ricercatori, organizzazioni e famiglie, ha visitato il Nucleo Alzheimer dell’ospedale di Venosa.<br /><br />“In questo centro – aggiunge Mollica -, gestito in maniera impeccabile dai dottori Valeria Panetta, Teodosio Cillis, Annalisa Romasco e Maria Lucia Fratello, oltre al personale paramedico, infermieristico ed agli operatori socio – sanitari a cui va il mio più sentito apprezzamento per la qualità del servizio prestato, si applicano cure individuali tarate in base alle esigenze del singolo paziente. Un luogo di cura che può ospitare al momento 10 unità permanenti e 10 unità diurne su cui si può lavorare per incrementarlo, pensando ad un raddoppio, nell’ambito del Piano sanitario regionale. Ho potuto verificare quanto il Centro continua ad essere un ambiente accogliente, confortevole e colorato per i pazienti che vi si rivolgono, tanto da trasmettermi una sensazione di protezione e di amorevole cura che, mi auguro, possa essere percepita anche dagli stessi malati, spesso bisognosi più di attenzioni e considerazione che della sola cura farmacologica, che pure necessita”.<br /><br />“Perdita di memoria, cambiamenti nella capacità di pensare: comincia così il morbo di Alzheimer, una fatale malattia che sconvolge la vita quotidiana. Un lento declino – aggiunge ancora Mollica – che fa perdere il senso delle date, delle stagioni e del passare del tempo, un annullamento della personalità che porta, inevitabilmente, le persone che ne soffrono, ad isolarsi. Una malattia che non perdona e che sta, purtroppo, facendo registrare un incremento pauroso. Succede così che una persona normale, attiva, vitale, diventa un ‘problema’ per la comunità e per i familiari che devono imparare a gestire questi repentini cambiamenti”.<br /><br />Problemi a cui la ricerca scientifica sta cercando di dare risposte sempre più adeguate, “e a cui sta dando un notevole apporto proprio un ricercatore lucano originario di Montemilone, il dottor Marcello D’Amelio. Intanto – conclude Mollica – una realtà già ben strutturata ed avviata, come quella di Venosa, può costituire un esempio da seguire nell’organizzazione di eventuali nuovi presidi”.