Sanità lucana, Romaniello: gestione privatistica e grottesca

Il consigliere regionale del Gruppo misto: “Basta a gestione familistica e clientelare della cosa pubblica”

&ldquo;La &lsquo;parentopoli&rsquo; emersa all&rsquo;ospedale San Carlo di Potenza in questi giorni e resa pubblica dai principali quotidiani &egrave; solo l&rsquo;ultimo dei numerosi episodi che ha coinvolto la sanit&agrave; lucana&rdquo;.<br /><br />Cos&igrave; il consigliere regionale del Gruppo misto, Giannino Romaniello, che ricorda: &ldquo;Gi&agrave; mesi fa, e a pi&ugrave; riprese, ho denunciato come la gestione della sanit&agrave; in Basilicata, ed in particolare in relazione all&rsquo;Ospedale San Carlo di Potenza, abbia assunto connotati quasi &lsquo;grotteschi&rsquo; per il livello di decadimento raggiunto. Sullo sfondo di ogni scelta, anzich&eacute; l&rsquo;interesse generale, si intravede una spasmodica costruzione del consenso elettorale. Tutto ci&ograve; mentre i recenti dati, da ultimi quelli pubblicati&nbsp; con il settimo rapporto Censis di ieri,&nbsp;&nbsp; mostrano un aumento della migrazione sanitaria e un calo della qualit&agrave; delle prestazioni ai cittadini&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Uno dei casi pi&ugrave; eclatanti da noi denunciati &ndash; continua Romaniello – che ha visto protagonista il Presidente della Giunta nella cattiva gestione della Sanit&agrave;, &egrave; stato quello della nomina dei Commissari straordinari delle Asl lucane e dell&rsquo;Azienda ospedaliera regionale, nomine ritenute, in alcuni casi, illegittime, considerando quanto previsto dalle norme nazionali in materia di commissariamento, e contestate in particolare dalla CGIL, che ha denunciato tale situazione alla magistratura, intravedendo un &ldquo;mal celato tentativo di aggirare la legge attraverso atti illegittimi per nominare chi non avrebbe avuto i titoli. La scelta di nominare i Commissari &egrave; stata fatta per continuare, tranne in alcuni casi, a far gestire la sanit&agrave; lucana da un gruppo dirigente che da anni ha la responsabilit&agrave; di non aver realizzato, insieme ai rappresentanti politici che governano la regione, il necessario processo di razionalizzazione e riorganizzazione di un comparto fondamentale sia sotto l&rsquo;aspetto qualitativo dei servizi da fornire alle persone che sotto l&rsquo;aspetto economico finanziario&rdquo;.<br /><br />&ldquo;E&rsquo; il caso di ricordare alla Giunta regionale e a tutti coloro che hanno condiviso questa scelta &ndash; afferma Romaniello – che ci&ograve; &egrave; avvenuto senza che la Commissione competente si sia espressa sul raggiungimento o meno degli obiettivi assegnati con delibera di Giunta regionale ai direttori generali. E ancora, il caso del tetto ai compensi dei direttori generali della Sanit&agrave;, su cui pure ho presentato una interrogazione all&rsquo;Assessore, per sapere se fosse stata fatta una indagine per verificare se i limiti previsti dalla norma nazionale sui compensi ai dipendenti pubblici fossero stati applicati anche ai dirigenti della sanit&agrave; lucana, a partire da coloro i quali nel frattempo sono andati in quiescenza. Con l&rsquo;approvazione della Legge2/2017 si &egrave; solo voluto mettersi al riparo, sotto l&rsquo;aspetto finanziario e di bilancio, da quanto previsto dal D.M. 70 piuttosto che attuare quel necessario processo di riorganizzazione e razionalizzazione dell&rsquo;intero sistema, avendo a cuore prima di tutto l&rsquo;innalzamento della qualit&agrave; delle prestazioni da garantire ai cittadini lucani che, come dimostrano i dati sulla emigrazione sanitaria, continuano ad andare a curarsi fuori regione&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Quanto messo in luce dai giornali in questi giorni &ndash; sottolinea Romaniello – non fa che confermare una gestione privatistica della Sanit&agrave; pubblica finalizzata a mantenere un improprio sistema di relazioni malato tra chi &egrave; chiamato a gestire la cosa pubblica e la politica, con il solo obiettivo di consolidare la rete di consenso politico. La nomina dei Commissari e quanto avvenuto in tema di assunzioni (interinali, ampliamento dei contratti di fornitura di servizi, nomina di dirigenti di dipartimento ecc.) &egrave; l&rsquo;ennesima occasione persa per chiudere un ciclo di non trasparente gestione che ha impedito una svolta nell&rsquo;amministrazione dell&rsquo;intero comparto sanitario lucano&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Molti &ndash; conclude Romaniello -non hanno ancora compreso che con il voto del 4 marzo i lucani hanno chiaramente espresso un giudizio negativo e chiesto un cambio profondo nel modo di governare la cosa pubblica. Ci auguriamo che a partire dai prossimi giorni qualcuno prenda atto che bisogna superare questo andazzo e adotti i provvedimenti necessari&rdquo;.<br />

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