Pietro Sanchirico di Italia Unica in una nota sostiene che “tra il “no” a nuove ricerche ed estrazioni petrolifere e il ricatto di Eni nei confronti delle imprese appaltatrici e subappaltatrici (“senza nuove estrazioni non ci saranno commesse e lavoro”) ci deve essere una terza via”.
“Intanto le aziende dell’indotto, in gran parte piccole e medie, hanno ragioni da vendere nel rivendicare la tutela della Regione. In autunno insieme ai posti di lavoro in gioco c’è il destino di micro imprese, alcune lucane, che possono contare solo ed esclusivamente sugli appalti dell’Eni” continua l’esponente di Italia Unica “ E’ un tessuto imprenditoriale che va salvaguardato per la tenuta dell’apparato produttivo lucano e il sistema di servizi che si regge intorno all’Eni. Per il Governatore Pittella è questo un tema centrale che lo attende, insieme alla Giunta e al Consiglio, al ritorno da Malta. Almeno noi siamo consapevoli che l’attività petrolifera ha una durata temporale e pertanto pensare già oggi al futuro dell’area industriale di Viggiano non è certamente prematuro”.
“Solo che i programmi Eni hanno almeno una ventina di anni e pertanto ogni manovra di utilizzare imprenditori e lavoratori come “merce di ricatto” va denunciata e respinta. La terza via è legata ai progetti di distretto energetico val d’agri che sono rimasti sulla carta e riguardano le fonti di energie alternative-complementari al petrolio, in primo luogo, ed altre attività da insediare a Viggiano e nelle aree Pip dei comuni della valle” – conclude Sanchirico – “ I buoni risultati dell’export lucano diffusi oggi dall’Ice dicono che se il merito principale è della Fca di Melfi, altri soggetti-protagonisti sono quelli che operano nell’agro-alimentare, nel manufatturiero e servizi, nel terziario, nel turismo e nell’artigianato. Il grande project financing che il Presidente Passera propone attraverso le royalties del petrolio ha questo obiettivo centrale: finanziare l’imprenditoria locale e le infrastrutture”.
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