"Per un partito come Italia Unica, che ha come principio fondante la considerazione dell’ambiente come bene assoluto da rispettare, migliorare e tramandare alle future generazioni, specie dopo la Conferenza di Parigi, la posizione del Presidente Pittella in merito all’emendamento alla Legge Stabilità sulle ricerche petrolifere in mare non è del tutto credibile. E non solo perchè oggi è “sfuggito” al dibattito in Consiglio". Lo afferma, in un comunicato stampa,
Pietro Sanchirico, coordinatore regionale Italia Unica. "Intanto perché la deregulation selvaggia che crea la normativa del Governo, solo ed esclusivamente per evitare la consultazione referendaria, è contraria a quella europea, e continua a rappresentare un forte rischio per le coste e i mari nazionali solo per accedere ad una risorsa scarsa, per giunta pagando royalties tra le più basse al mondo. Non si sottovaluti che l’emendamento fissa i “paletti” della ricerca a 12 miglia dalla costa e non esclude le autorizzazioni già concesse.Tanto per dimensionare la quantità in gioco, ricordiamo che, per quanto riguarda il petrolio, le attuali riserve provate in Italia sia su terraferma che offshore corrisponderebbero al consumo nazionale di soli 3 anni . E nel Mediterraneo già oggi si riscontra la più alta concentrazione di idrocarburi al mondo (38 milligrammi per metro cubo) e si ha il 20% del traffico mondiale di idrocarburi, oltre 8 milioni di barili al giorno, mentre oggi in Italia le aree richieste o già interessate dalle attività di ricerca di petrolio si estendono per 29.209,6 kmq di aree marine, 5000 kmq in più rispetto allo scorso anno. Se si vuole affrontare la questione in maniera decisiva si deve aprire da subito la discussione politica sul futuro energetico del nostro Paese. Occorre che si giunga presto ad una disciplina organica e sistematica del settore e che si favorisca velocemente la transizione energetica. L’energia, infatti, è materia prima indispensabile, il cui costo incide in modo decisivo sullo sviluppo ed il mantenimento delle attività produttive, con un conseguente impatto sulla creazione e conservazione dei posti di lavoro, nonché sul prezzo dei prodotti, compresi quelli di prima necessità. Ridurre la bolletta energetica dei cittadini e delle imprese equivale, dunque, a diminuire la pressione fiscale".
bas04