S. Fele, ass. “U uattenniere” su Giornata Europea del Patrimonio

Nella giornata di ieri, in occasione della Giornata Europea del Patrimonio, oltre 500 visitatori alle cascate di San Fele.
I visitatori – si legge in un comunicato – si sono dati appuntamento alle ore 9,30 in Corso Umberto I°, dove c'è stato il saluto degli amici dell’Associazione Volontaria Tutela e Valorizzazione delle Cascate.
Poi l'escursione, imboccando il sentiero (circa 300 mt.) che porta alla Cascata U Vurton, per poi proseguire per circa 800 mt. ed arrivare nell’area delle cascate per visitare la Cascata “U Uattënnierë” e la Cascata degli Innamorati, oltre che i resti dell’antica Gualchiera.
Dopo una breve sosta alle cascate – prosegue la nota – riunito il gruppo si è iniziato a risalire lungo un percorso che costeggia il torrente e ammirare i resti di antichi mulini per arrivare  alla fontana “Acquafredda” e visitare la cascata “Le Gemelli”.
Lungo il Torrente Bradano insistevano 23 mulini  e 3 Gualchiere, che utilizzavano la forza dell'acqua per alimentare gli antichi opifici produttivi di un tempo.
Proprio nei gironi scorsi con delibera n° 913 del 10 settembre 2018, la Giunta Regionale di Basilicata approva definitivamente il finanziamento di 450.000 euro per la ricostruzione del Mulino Bradano, attraverso il bando Basilicata Attrattiva, giusto riconoscimento di un luogo ormai  tra i più visitati della Basilicata, per offrire ai tanti visitatori l'accoglienza, i servizi e l'organizzazione che questo luogo richiede e determinare, in questo modo, condizioni di sviluppo e occupazione per il nostro territorio, oltre che un'offerta turistica -culturale per l'intera Basilicata.
Le cascate prendono il nome “ U uattenniere ”, la trasposizione dialettale di  “Gualchiera”: macchina utilizzata in antichi opifici costruiti a ridosso delle cascate. Sfruttando la forza dell’acqua, una grande ruota azionata trasmetteva il movimento ad un cilindro orizzontale nel quale erano inserite, verticalmente, le aste dei folloni. Questi terminavano con pesanti magli (o folloni) che, entrando e uscendo da una vasca (dove sul fondo venivano posti tessuti), servivano a gualcare la lana; le proprietà feltranti del panno venivano così rese più compatte e meno ruvide.
La Gualchiera di San Fele è rimasta in uso fino agli anni 40 del secolo scorso. La potenza dell’acqua veniva impiegata anche per il funzionamento di antichi molini (oltre 20 ), i cui resti (così come quelli della Gualchiera) testimoniano l’ingegno e la dedizione al lavoro dei Sanfelesi.

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