Ci sono battaglie che si combattono in silenzio, ogni giorno, senza clamore. «La mia è iniziata alla nascita, con un’infezione urinaria che ha colpito i miei reni. Da allora la mia vita è stata un percorso lento, ma continuo, attraverso tutti gli stadi della malattia: 1, 2, 3, 4, fino al 5. Poi, la dialisi». Rocco Spaltro, giovane originario di Senise, racconta la sua storia con lucidità e emozione. Non c’è rabbia nelle sue parole, ma una consapevolezza profonda. La consapevolezza di chi ha conosciuto il dolore, la rinuncia, le limitazioni, eppure ha scelto di non arrendersi. «La dialisi ti cambia la vita. Ti costringe a tante rinunce. Non tutti riescono a vivere serenamente questa situazione. Io ho trovato la mia forza nella fede. Sono credente e la fede mi ha sorretto nei momenti peggiori». Ma non è stato solo Dio a dargli forza. È stata anche la comunità che ha trovato attorno a sé. «E’ stata la mia seconda famiglia», dice Rocco riferendosi al Presidio ospedaliero di Chiaromonte «il dottor Delfino, la caposala Angela e tutte le infermiere si sono dimostrate delle persone straordinarie. Umane, professionali, sempre presenti. La loro dedizione non è solo un lavoro, è una missione».
È da storie come quella di Rocco che nasce il senso più autentico di cura. Non un sistema astratto, ma una rete viva fatta di relazioni, ascolto, attenzione al benessere psicofisico. Il suo sorriso, oggi, è il simbolo di una battaglia culminata con un trapianto di reni a Bari. C’è una Basilicata che spesso resta lontana dai riflettori, ma che ogni giorno cura, accoglie e accompagna con amore e dedizione, non si è pazienti ma compagni di un percorso. È una Basilicata fatta di operatori sanitari, volontari, assistenti. Francesco Delfino, direttore del servizio di Emodialisi di Chiaronomonte ribadisce il prioritario ruolo della prevenzione e di uno stile di vita sano: «a tutt’oggi, purtroppo, la patologia renale non è ben conosciuta, i cittadini in passato non sono stati adeguatamente edotti sui rischi legati ad una irregolare e non bilanciata alimentazione unitamente all’uso improprio dei farmaci (fans e antibiotici), che determinano nel tempo l’insorgenza dell’insufficienza renale ed una progressione della malattia nei pazienti già affetti da tale patologia. Il nostro intento – spiega – è e sarà sempre quello di fare prevenzione ed informazione. A tal riguardo quest’anno il Centro di Nefrologia e Dialisi di Chiaromonte ha partecipato alla Giornata Mondiale del Rene, il cui scopo principale è stato quello di sensibilizzare sulle modalità e le cause che portano all’insorgenza della malattia renale. Durante l’evento è stata effettuata una anamnesi accurata, valutata la pressione arteriosa ed effettuato anche l’esame delle urine. Abbiamo poi relazionato sulla possibile insorgenza di una insufficienza renale, di ipertensione arteriosa e di infezione delle vie urinarie».
Un ruolo, quello del nefrologo, molto delicato: «Abbiamo il dovere di valutare costantemente l’evoluzione della malattia programmando visite di controllo e, quando è possibile, incontri durante i quali ognuno può rappresentare le proprie problematiche e perplessità creando, in questo modo, un rapporto di fiducia e collaborazione medico – paziente». Il dott. Delfino non ha dubbi, la sanità lucana è in grado di garantire una adeguata presa in carico dei pazienti che soffrono di patologie renali: «La nostra azienda ha sempre garantito un’ottima presa in carico e, come quest’anno, ha garantito il diritto al trattamento emodialitico a chi, per esigenze lavorative, si trova in altre regioni e durante il periodo estivo fa ritorno in Basilicata. Uno sforzo collettivo di tutto il personale che ringrazio e mi riempie di orgoglio». Alla domanda su come immagina la nefrologia tra 10 anni il dott. Delfino non si sbilancia ma una tendenza è chiara: «Sicuramente la malattia renale, come oggi viene definita, è in progressivo aumento e il nostro scopo è quello di rallentarla il più possibile mettendo in campo tutte le nostre risorse e conoscenze, facendo sempre più prevenzione e sensibilizzazione, anche e soprattutto corretta informazione sulla donazione di organi che rappresenta a tutt’oggi la strada per uscire dalla routine settimanale del trattamento emodialitico».