“Sulla vertenza Ast Terni occorre stringere i tempi”. E’ quanto ha dichiarato in una nota il segretario nazionale della Fismic, Marco Roselli, nel commentare la situazione dopo le assemblee che si sono svolte nello stabilimento umbro.
Sono soprattutto due i punti problematici della vertenza: i licenziamenti, che non possono essere accettati, e la garanzia per i lavoratori dell’indotto.
Roselli spiega: “Non vogliamo e non possiamo firmare nessun licenziamento. Gli esuberi eventuali, ora scesi a 125, vanno gestiti con percorsi precisi e lo stesso vale per aziende terze, come la Ilser, dove i dipendenti debbono avere una garanzia di continuità lavorativa. Non vogliamo sentir parlare di licenziamenti”.
Sul fronte delle notizie positive, il segretario della Fismic sottolinea come, dopo oltre 40 ore continue di trattativa, l’azienda abbia dato la conferma dell’attività dei due forni e del milione di tonnellate di produzione, del piano di investimento di 140 milioni di durata quadriennale e del trasferimento a Terni della linea attualmente operativa a Torino. Un punto riguarda l’integrativo che era stato disdettato: “Per noi –sottolinea Roselli – è parte integrante e qualificante dell’accordo che dovremo sottoscrivere. Siamo arrivati a 8 milioni ma contiamo di aumentare questo tetto. Crediamo che sia convenienza dell’azienda non perdere i clienti, dando al più presto le risposte positive che aspettiamo. Alla trattativa-maratona hanno partecipato anche il ministro Guidi, il viceministro De Vincenti, il sottosegretario al Lavoro, Bellanova oltre ai rappresentanti dell’azienda.
“Speriamo – conclude Roselli – in un accordo dignitoso che possa rilanciare il sito ternano. L’accordo non è lontano, grazie anche alla lotta senza sosta dei lavoratori che dura ormai da 30 giorni e all’impegno del governo. Mercoledì il prossimo incontro, si spera risolutivo, della complessa vertenza. Una vertenza simbolo in difesa del settore siderurgico, così importante per il nostro Paese”.