“Sulla scelta delle sedi di direzioni trattativa fra maggioranza e minoranza fuori da ogni logica di sistema. Per noi le priorità del piano sono: superamento delle pluriclassi; difesa della occupazione el mantenimento dei presidi sul territorio”.
“Anche quest’anno si è assistito alla vecchia, consolidata e squalificante trattativa fra le forze di maggioranza e qualche esponente della minoranza, sulla scelta delle sedi delle direzioni scolastiche, fuori da ogni logica di sistema sulla riorganizzazione della rete di istruzione nella nostra regione”.
Ad affermarlo il capogruppo di Sel, Giannino Romaniello il quale fa presente che “la Sel, già in occasione del piano precedente, ebbe modo di denunciare la
inadeguatezza dell'azione messa in campo dai livelli sub-territoriali, evidenziando l'assenza di una strategia programmatica condivisa fra i diversi livelli istituzionali tanto da portare il Consiglio regionale a modifiche consistenti fuori da qualsiasi logica e legate alla difesa del proprio campanile da parte di consiglieri regionali.
L'esperienza dell'anno scorso, le scelte del Governo nazionale finalizzate solo a ridurre i cosi, dovevano portare la Regione, di concerto con il territorio, ad assumere il tema del dimensionamento, mettendo al primo posto gli interessi dei ragazzi. Ciò non è avvenuto perché ancora una volta si è sbagliato nella impostazione strategica. Infatti, il Consiglio regionale più che discutere e votare su accorpamenti, denominazioni ed indirizzi da attestare alle singole scuole o singoli istituti, avrebbe dovuto discutere ed approvare le ‘linee guida’ in coerenza con la sua funzione di Ente programmatore, lasciando, quindi, agli enti sub-territoriali l'attuazione”.
“Il paradosso – sottolinea Romaniello – insomma sta nel fatto che il tavolo tecnico è diventato un tavolo prevalentemente politico ed il Consiglio regionale la sede del ‘lascia o raddoppia’. Non a caso abbiamo registrato pressioni di Sindaci contrari alle scelte fatte con argomentazioni talmente condivisibili come nel caso dei Comuni
di Bella, Baragiano e Balvano, proprio perché ancorate ad una visione strategica. Insomma ancora una volta si è persa l’occasione per provare ad elevare la
discussione. Fra le ragioni che hanno portato Sel ad esprimere un giudizio non positivo sul piano la principale riguarda il fatto che non c’è menzione nel piano sulla
strategia da mettere in campo per superare le pluriclassi. La Basilicata ha fatto 100, tante sono le pluriclassi in questo piano: 78 ancora nella provincia
di Potenza e 22 ancora in quella di Matera”.
“Per noi – conclude il consigliere – le priorità del piano sono: il superamento delle pluriclassi; la difesa della occupazione (definitivo superamento del precariato dei docenti); il mantenimento dei presidi sul territorio. Tre priorità dentro un’impostazione strategica programmatica capace di coniugare il diritto dei singoli cittadini a
scegliere il percorso formativo più idoneo alle proprie aspirazioni con l’esaltazione e valorizzazione delle diverse vocazioni del territorio”.