Il consigliere regionale del Gm, che ha abbandonato i lavori della terza commissione, parla di “un atteggiamento politico incomprensibile che nulla ha a che vedere con la necessità di dare risposte ai bisogni dei lucani”
“Nella seduta odierna della terza commissione unitamente agli altri consiglieri della minoranza, di fronte ad un atteggiamento non rispettoso delle prerogative delle commissioni e dei singoli consiglieri da parte della maggioranza, ci siamo visti costretti ad abbandonare la seduta della commissione”.<br /><br />Lo dichiara il consigliere regionale del Gruppo misto Giannino Romaniello che aggiunge “il Pd, a seguito della riunione di maggioranza tenutasi ieri e nella mattinata di oggi ha deciso che disegni di legge quali il piano regionale dei trasporti, il piano regionale dei rifiuti e quello riguardante i consorzi di bonifica, vanno approvati senza alcun approfondimento e senza tener conto delle osservazioni e valutazioni dei soggetti della rappresentanza sociale ed imprenditoriale”.<br /><br />“Al di la del merito – continua – quello che è inconcepibile attiene al fatto che prima si è atteso il risultato elettorale del 4 dicembre che li ha visti soccombere di fronte alla valanga del no, sospendendo di fatto la discussione sui singoli provvedimenti, ed ora si opera un’accelerazione ingiustificabile”.<br /><br />“Se tale atteggiamento dovesse riguardare anche il piano di riordino del servizio sanitario – dice Romaniello – allora si che ci troveremmo di fronte alla materializzazione del decisionismo renziano (bocciato dagli italiani), in barba a quanto emerso nelle audizioni in quarta commissione, nonché nei confronti tenutisi nei territori che hanno evidenziato una forte contrarietà alla ipotesi di accorpamento della rete ospedaliera sotto il San Carlo come pure a due modelli diversi di organizzazione del servizio sanitario fra le due province”.<br /><br />“Un atteggiamento politico incomprensibile – conclude Romaniello – che nulla ha a che vedere con la necessità di dare risposte ai bisogni dei lucani come dimostra il mancato avvio del programma del reddito minimo/d’inserimento, la risoluzione di vertenze importanti del comparto industriale e lo stesso programma sulla forestazione. L’assenza di visione unità ai problemi di bilancio non si superano con il decisionismo, ma solo attraverso un vero confronto politico fra tutte le forze presenti in consiglio regionale ed il coinvolgimento/condivisione con i soggetti della rappresentanza di interessi delle diverse componenti della società”.<br /><br />L.C.<br />