Per il capogruppo Sel “ai lavoratori, ai disoccupati, specie giovani e donne, al sindacato non restano che la mobilitazione e le manifestazioni, strada obbligata per affermare il principio, come sostiene la Cgil lucana, che cambiare si può e si deve”
“C’è una strana ‘sintonia’ tra la manifestazione di oggi della Cgil nell’area Vulture-Melfese e la Giornata dell’Economia lucana promossa dalla Camera di Commercio di Potenza: entrambi gli eventi confermano che nella nostra regione si perdono posti di lavoro, per l’esattezza entro la fine del 2012, secondo le previsioni dell’Unioncamere di commercio, altri 5.820 lavoratori saranno espulsi dal mondo del lavoro, con un saldo negativo di 1.170 unità”. E’ quanto sostiene il capogruppo di Sel in Consiglio regionale Giannino Romaniello che ha partecipato oggi alla manifestazione della Cgil nell’area industriale di Melfi.
“E’ evidente che, concluse le iniziative del Primo Maggio, ai lavoratori, ai disoccupati, specie giovani e donne, al sindacato – aggiunge il capogruppo Sel – non restano che la mobilitazione e le manifestazioni, strada obbligata per affermare il principio, come sostiene la Cgil lucana, che cambiare si può e si deve. La scelta della protesta nell’area industriale di Melfi, dopo lo sciopero generale del’area sud il 17 aprile scorso e la giornata di lotta degli operai forestali del 24 aprile scorso, che sono stati costretti a manifestare per il rispetto dell’impegno assunto a favore del diritto al lavoro e inspiegabilmente non attuato, è ancora più carica di significato non solo a conferma che la crisi non risparmia comparti produttivi e territori, ma perché è il modello di sviluppo industriale e il polo dell’auto che a San Nicola di Melfi e nei vicini nuclei industriali producono nuovo allarme sociale”. “In proposito, la politica e l’istituzione regionale – dice Romaniello – non possono aspettare che l’a.d. Fiat Marchionne, tra l’inaugurazione di una nuova fabbrica in Serbia e la firma di un accordo di cooperazione commerciale a Pechino, trovi il tempo per occuparsi anche del futuro dell’auto in Italia e quindi della prospettiva dei siti industriali a partire dalla Sata e dal Progetto del Campus Tecnologico di Melfi”.
“Risulta evidente inoltre che le previsioni negative di Unioncamere per il 2012 in Basilicata – continua il capogruppo Sel – impongano una verifica dello stato del Patto di Sistema firmato con imprenditori e sindacati per adeguarlo e per comprendere quali sono gli ostacoli e le motivazioni dei ritardi nell’attuazione delle misure previste. Tutto ciò mentre le ricette del governo Monti si dimostrano non molto diverse da quelle degli altri governi delle destre europee e sempre più dannose per i diritti e le tutele sociali dei lavoratori. Ricette inefficaci e che fanno sprofondare ancor di più l’Italia nella recessione, come dimostrano drammaticamente i dati continuamente diffusi sulla disoccupazione, specie giovanile e femminile, che sono in difetto rispetto alla realtà”.