Intervento di Pietro Sanchirico, coordinatore Italia Unica per la Basilicata
“Non mi pare che nel Pd lucano, a differenza di Renzi, ci sia qualcuno che abbia ammesso la sconfitta elettorale senza ricorrere a banali giustificazioni. C’è chi si consola con il risultato di Melfi dove è scesa in campo la “corazzata Potemkin” e chi invece non si rassegna all’insuccesso del referendum anti-trivelle, al suo nuovo conseguente ruolo da soldato semplice e non si sottrae al solito e rituale livore antirenziano. Eppure l’ex presidente del Consiglio Regionale dovrebbe farsene una ragione e impegnare tempo ed energie in maniera più produttiva. Per non parlare del centrodestra dove regna il silenzio assoluto come se non si fosse votato anche in Basilicata ma in Guinea Bissau. Per chi come noi ha la missione di alimentare una nuova stagione civica attraverso la proposta racchiusa nel “Manifesto delle 100 città” con il quale proponiamo un nuovo civismo che metta al centro non gli interessi di casta o di partito, ma quelli dei nostri concittadini, l’interpretazione del voto è più semplice di quanto si pensi. La “corazzata Potemkin” può vincere a mani basse dove non trova sacche di resistenza anti-bolscevica ma nel resto della regione è votata all’insuccesso. E se non si vuole consegnare ai Cinque Stelle altri Municipi dopo quello di Pisticci e all’antipolitica il destino delle nostre comunità si deve avere il coraggio di praticare un cambiamento reale da non confondere con il cambiamento virtuale, magari da praticare sul web. C’è fame di buona politica e la politica è condivisione di idee e progetti con la collettività e nell’interesse della collettività. A Matera, proprio un anno fa, è avvenuto un cambiamento politico semplicemente impensabile: il Pd partito-regione, come lo chiamiamo in Basilicata per esprimere tutto il “groviglio di potere” consolidato negli anni e più di recente interpretato da renziani della prima, della seconda e dell’ultima ora, è all’opposizione. L’elezione a sindaco di Raffaello De Ruggieri è avvenuta oltre il sostegno rilevante di un ampio fronte di partiti, movimenti, liste civiche di centrodestra, come volontà popolare di autentico cambiamento. Dunque si è dimostrato che è possibile sconfiggere il “partito-regione” a condizione che si mobilitino le migliori energie del civismo democratico, energie di liberi professionisti, lavoratori autonomi e dipendenti, donne e giovani. Matera, nonostante la fase non brillante che attraversa adesso il dibattito politico in vista del rimpasto o di nuova giunta, continua a rappresentare un laboratorio della politica del riscatto del Sud attraverso il nuovo protagonismo civico, liberal-democratico e popolare. Altra condizione per imboccare il cambiamento è liquidare, prima possibile, la giunta regionale dei tecnici extraregionali che ha provocato e continua a provocare, prima di tutto, una più forte distanza tra la nostra gente, i nostri territori e la Regione e riconsegnare alla politica la responsabilità di governo”.
b3