Riordino Consorzi di bonifica, le soluzioni della Cia in tre punti

Intervenendo nel dibattito sul futuro dei Consorzi di bonifica della Basilicata, il presidente regionale della Cia Donato Distefano ricorda come si tratti di "un complesso sistema che vede coinvolti oltre 44.000 utenze agricole e 10.000 aziende agricole le quali occupano oltre 50.000 addetti tra dipendenti e autonomi per oltre 3 milioni di giornate lavorative". Con l'obiettivo di organizzare un adeguato riordino dei Consorzi e delle strutture di governo e gesione della risorsa idrica, Distefano sollecita una riforma che trovi nell’”efficienza e nella sostenibilità” le parole chiavi per un rilancio dei Cdb. Come Cia – ricorda il presidente regionale – “riteniamo che una buona e adeguata disciplina non può trascurare altri tre grandi temi che bisogna affrontare con grande fermezza per una radicale e strutturale risoluzione.
Il primo riguarda la debitoria dei tre consorzi. Nella norma è indispensabile prevedere l’adozione di piano di rientro pluriennale, i vincoli rientro e oltre al tema delle tante vertenze e contenziosi in atto.
La seconda riguarda la pianta organica ed il personale, le funzioni ed i relativi costi. E’ indispensabile prevedere un piano di utilizzo e riconversione del personale connesso alle funzioni svolte, dentro una logica di sostenibilità fra volumi di servizi/risorse disponibili e costi, mettendo fine alle logiche praticate fino ad oggi. La terza riguarda la definizione di un piano invasi e del piano irriguo e d’infrastrutturazione e manutenzione delle opere regionale, con capitoli e risorse certe e definite”.
“In Basilicata – afferma Distefano – non possiamo più eludere il tema del governo delle risorse idrica ed in essa quello dell’efficienza dei CdB, a cui è affidato l’utilizzazione di circa il 70% della’acqua disponibile ed invasata. Queste le tante ragioni che impongono di definire e concepire una buona normativa in materia di CdB, che sappia coniugare sussidiarietà operativa, autogoverno, sostenibilità, nell’alveo e secondo le indicazioni Europee e delle politiche di sviluppo, coesione e riequilibrio dei nostri territori.
Concepire una disciplina in grado non solo di rafforzare le funzioni tradizionali, quali il governo della risorsa e dei servizi irrigui, quelle di presidio e tutela del territorio, accorpare funzioni quali della gestione del personale, il catasto consortile, centro unico di spesa, unificazione della riscossione e dei ruoli, progettazione, controllo interno, predisponendosi in tal modo a poter ambire a gestire funzioni nuove. Tra queste – ricorda Distefano – vi è la produzione di energia da fonti rinnovabili (il pareggio energetico dei CdB, è di circa 5 Meuro l’anno il costo energetico per sollevamento), favorire il risparmio, l’uso razionale ed il riciclo della risorsa per fini diversi dall’irriguo, la fitodepurazione, l’acquacoltura, oltre al grande e rilevante tema della certificazione massiva dei servizi erogati a favore del settore primario”.

bas 07

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