La Conferenza dei Sindaci dell’Area Programma Vulture -Alto Bradano ha chiesto questa mattina alla Regione Basilicata di esprimere un giudizio negativo in merito all’autorizzazione di nuove iniziative di investitori privati circa il trattamento della frazione organica dei rifiuti finalizzata a produrre compost, biometano ed energia elettrica. Al summit istituzionale hanno partecipato il Presidente dell’Area Programma, Michele Sonnessa, l’Amministratore Unico dell’Asi, Antonio Bochicchio, il sindaco di Melfi, Livio Valvano, di Rionero, Antonio Placido, di Palazzo San Gervasio, Michele Mastro, di Genzano, Rocco Cancellara, di Barile, Antonio Murano, di Atella, Nicola Telesca, di Montemilone, Gennaro Mennuti. “La realizzazione di tali impianti, in assenza di una specifica programmazione regionale -ha detto il Presidente Sonnessa- determinerebbe un macroscopico sovradimensionato, in contrasto con il principio di autosufficienza del ciclo dei rifiuti urbani differenziati e di prossimità per i rifiuti speciali” “Ogni singola proposta progettuale, che porterebbe ad una concentrazione complessiva di circa 470 mila tonnellate nell’area industriale di San Nicola di Melfi- ha detto Valvano- è da ritenersi sovradimensionata rispetto ai livelli di raccolta differenziata dell’Area Vulture Alto Bradano oltre che dell’intera Regione Basilicata che, a livelli ottimali, non supererebbero le 50.000 t/anno. Le proposte progettuali sono, pertanto, da ritenersi incompatibili con il sito prescelto poiché situato in un'area fortemente antropizzata sia per gli insediamenti industriali presenti, dove lavorano quotidianamente circa 12.000 persone sia per la presenza di insediamenti abitativi come le frazioni di Leonessa e San Nicola di Melfi”.“Si ravvede la necessità urgente di non poter prescindere dall'adozione ed approvazione dell'aggiornamento ed adeguamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti- prosegue il documento dei sindaci- al fine di inquadrare la problematica dello smaltimento rifiuti prima ancora di affrontare questioni legate ai singoli progetti. Diventa indispensabile attendere gli indirizzi programmatici del redigendo nuovo piano evitando un proliferare di proposte progettuali, in materia di rifiuti, senza alcuna visione d'insieme con gravi ripercussioni sull'ambiente e sulla salute di intere Comunità”. Anche le aziende agroalimentari già insediate come Barilla, Auchan, Agroalimentare, Salati Preziosi, Candeal Commercio ed altri hanno rappresentato la necessità di assumere decisioni di delocalizzazione dei loro stabilimenti in altri contesti territoriali ove mai si concretizzassero tali progetti, perché incompatibili con il processo produttivo, da cui potrebbero derivare gravissime conseguenze occupazionali e sociali. Il deliberato è frutto di una proposta condivisa con l’ associazione “Intercomunale Lucania”, il Comitato diritto alla salute e “Verde Ambiente e Società”. bas 03