Restauranno primo, una mostra inaugura la scuola di restauro

Giunge a compimento con l’inaugurazione ufficiale alla presenza delle autorità, il lungo percorso che ha portato alla istituzione della nuova sede di Matera della Scuola di Alta Formazione dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro intitolata a Michele D’Elia.

Oggi all’inaugurazione della sede nell’ex Convento di Santa Lucia Nova sono stati presenti il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, il Presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella, il Sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, il Direttore ISCR Gisella Capponi e il Direttore SAF-ISCR della sede di Matera Giovanna De Palma.

La SAF di Matera (che ha aperto i battenti il 1° dicembre 2015) festeggia l’avvenimento con l’apertura della mostra RestaurAnno Primo, che illustra i risultati dell’attività didattica degli allievi del primo anno di corso.

La Scuola di Alta Formazione dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro ha sempre rappresentato un percorso d’eccellenza per chi vuole svolgere la professione di restauratore, riconosciuta dal 2011 con una Laurea Magistrale abilitante. L’insegnamento del restauro era stato fissato fin dalla fondazione dell’Istituto come uno degli scopi da perseguire. Creare una nuova figura professionale di “restauratore scientifico”, svincolata dalla tradizionale formazione di bottega, era uno dei principali obiettivi che Giulio Carlo Argan e Cesare Brandi avevano posto all’interno del progetto dell’Istituto Centrale del Restauro fondato nel 1939. Una nuova figura che l’allora Ministro dell’Educazione Nazionale Giuseppe Bottai, aveva così delineato: “ Il restauratore non è né un mago né un artista gli si chiede di essere un tecnico accurato cosciente attentissimo: e non è poco. Così potrà nascere anche la prima scuola di restauro, che veramente meriti questo nome con corsi regolari di storia dell’arte, di chimica, di fisica, di scienze naturali, con un vastissimo e controllato tirocinio. Pochi dovranno essere gli allievi, ma ne usciranno dei tecnici perfetti.” (Dichiarazione rilasciata il 1° giugno 1939 in occasione dell’inaugurazione del nuovo Regio Istituto Centrale del Restauro)
La Scuola dell’ISCR opera oggi su due sedi: quella esistente a Roma sin dal 1942 e la nuova sede di Matera, attiva dal 2015, promossa dal MiBACT e dagli enti locali della Basilicata. Questa prestigiosa nuova sede nel Sud dell’Italia è stata fortemente voluta da Michele D’Elia, direttore dell’Istituto negli anni 1988-1991, a cui la Scuola è stata intitolata. La Scuola di Alta Formazione di Matera, in piena continuità con le esperienze svolte in più di settant’anni nella storica sede di Roma, ha attivato due percorsi formativi professionalizzanti, il primo dedicato alle superfici decorate dell’architettura (PFP1 Materiali lapidei e derivati; superfici decorate dell’architettura) e il secondo ai dipinti (PFP2 Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile. Manufatti scolpiti in legno. Arredi e strutture lignee. Manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti). L’insegnamento teorico pratico del restauro occupa tra il 50 e il 65% della didattica ed è svolto su opere spesso di grande importanza; una percentuale non inferiore all'80% delle attività tecnico-didattiche deve infatti essere svolta su manufatti qualificabili come beni culturali ai sensi del Codice,
Il percorso formativo si conclude dopo cinque anni con un esame abilitante all’esercizio della professione di Restauratore di Beni Culturali e il conseguimento del Diploma equipollente alla Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali (classe LMR/02).

La mostra RestaurAnno Primo. Lavori di restauro degli allievi del 66° corso ISCR a.a. 2015-16 porterà all’attenzione dei visitatori i risultati dell’attività didattica condotta durante il primo anno accademico della SAF di Matera. Si tratta di interventi su opere pertinenti al 1° anno del percorso formativo professionalizzante PFP1 (Materiali lapidei e derivati, superfici decorate dell’architettura) e al PFP2 (Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile), con la prevalenza di manufatti dal territorio della Basilicata, quale la Madonna policroma in calcare locale (provenienza ignota, recuperata dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, databile alla metà del XVII sec.), capitello, elementi di colonne, rilievi reggistemma e leoni in calcare locale provenienti dal Museo Ridola di Matera e di altre opere in pietra provenienti da chiese della Basilicata (Angeli capoaltare in marmo di Carrara, 1783, dalla Chiesa del Carmine, Muro Lucano (PZ); Bifore in calcare locale, Abbazia di San Michele a Montescaglioso (MT); statua di Evangelista in calcare locale, Chiesa la Diruta, Grottole (MT).

Fa eccezione la Croce dipinta dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti (Firenze), databile tra la fine del XIV e l’inizio del XV sec. che ha visto all’opera allievi e docenti del 1° anno del PFP2.

Tutti gli interventi sono stati realizzati secondo la consolidata metodologica dell’Istituto che vede il restauro non come mera operazione meccanica, ma come atto di coscienza critica frutto di studio e riflessioni.

Nell’anno accademico in corso gli allievi sono impegnati su opere provenienti dalle aree del sisma del 2016 (vedi scheda allegata Opere d’arte dal terremoto a Matera) e altre recuperate al patrimonio pubblico grazie all’impegno dei Carabinieri del Comando TPC. Tra queste una scultura in marmo di età Giulio Claudia raffigurante un uomo togato, e due affreschi entro un tondo raffiguranti rispettivamente l’Agnus Dei e il Salvatore benedicente (XII-XIII sec.).
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