Per il consigliere regionale del Pdl “le risorse utili agli investimenti e, quindi, allo sviluppo risultano risicate e notevolmente ridimensionate”
“Prendo atto che tale rendiconto dimostra lo stato di salute delle finanze regionali, cosa certificata anche dalla Corte dei Conti, ma esso rappresenta anche uno specchio fedele dello stato di assoluta inerzia politica e di governo della comunità regionale. La cosa si desume se si scende un pò nel dettaglio delle cifre che evidenziano una buona resa delle riscossioni fiscali sia in termini di accertamenti che di riscossioni effettive (superiori al 90 per cento) della previsione. Ciò dimostra che il cittadino lucano è corretto, non evade e fa il suo dovere versando quanto dovuto all’Ente regione in termini assolutamente puntuali”. E’ quanto ha dichiarato il consigliere regionale del Pdl, Leonardo Giordano, in riferimento al rendiconto della Regione Basilicata per l’anno 2012 approvato oggi in Consiglio.<br /><br />“Le cifre che invece riguardano le entrate extratributarie – precisa Giordano – evidenziano un divario enorme tra ciò che è stato preventivato e quanto è stato accertato nonché riscosso. Le alienazioni, per esempio, rivelano accertamenti e riscossioni di 250.000 euro rispetto ai diversi milioni di euro allocati in sede di previsione; altrettanto dicasi per i trasferimenti dallo Stato e dall’Unione Europea. Poiché la maggior parte delle entrate fiscali è utilizzata per la spesa corrente, sanità e sicurezza sociale in primo luogo, è chiaro che le risorse utili agli investimenti e, quindi, allo sviluppo risultano risicate e notevolmente ridimensionate. Il quadro che ne viene fuori quindi è quello di una Regione che fa assistenza ma non innesca il volano positivo dello sviluppo, una regione che si dissangua per proteggere alcune fasce sociali ma che trascura del tutto il rilancio dell’economia che significa rilancio della produzione e del lavoro”.<br /><br />“Fa davvero specie – conclude il consigliere del Pdl – che un Governo di centro-sinistra, che dovrebbe richiamarsi ad indirizzi economici keynesiani, invece preferisce la strada del rigore deflazionistico e del pareggio di bilancio fini a se stesso”.<br />