Il consigliere regionale del Pdl critica la risposa ricevuta in Aula dall’assessore Mazzocco che a suo parere è “convinta che possa dare o non dare risposte e, nel caso in cui le dia, possano essere evasive e contraddittorie”
“Ottimo introdurre il ‘question time’ nei lavori consiliari, procedura che dovrebbe andare a beneficio dei lavori dell’assemblea e del lavoro dei consiglieri regionali. Ma a lodevole intenzione dovrebbe far seguito anche lodevole impegno del Governo regionale nel rispondere”.
E’ quanto dichiara il consigliere regionale Pdl, Gianni Rosa, che ricorda di aver interrogato, nella seduta di ieri, l’assessore all’Agricoltura “riguardo al progetto di regionalizzazione delle Associazioni provinciali allevatori, poiché dagli organi di informazione avevo appreso di questa ipotesi, così come si è letto delle differenti posizioni assunte da parte delle associazioni di categoria, notizie di cui il Consiglio regionale non aveva alcuna informativa. Tra l’altro nel giugno 2010 avevo presentato un’interrogazione scritta proprio sull’attività delle Apa, rimasta senza risposta da parte dell’assessore al ramo, probabilmente sempre impegnata in alte operazioni di politica, da non trovare il tempo di approfondire e leggere atti di ‘scarsa importanza’ come le interrogazioni dei consiglieri di minoranza. Invito tutti – prosegue Rosa – a leggere la risposta al quesito posto, sul sito del Consiglio regionale. E’ la riprova della superficialità e del dispregio verso il lavoro del consigliere regionale che, specie se è di opposizione, ha nelle interrogazioni e nelle interpellanze la maggiore leva per poter fare politica. Con molta probabilità l’assessore, segretario regionale dell’Api, non candidata, non votata, non eletta, ma cooptata nel suo ruolo assessorile, è convinta che sia nel suo esclusivo libero arbitrio la possibilità di dare o non dare risposte e, nel caso in cui le dia, possano essere evasive e contraddittorie”.
“Sulla questione Apa, l’assessore – aggiunge il consigliere Pdl – ha ancora una volta dimostrato la sua ‘arroganza politica’ e, allo stesso tempo, si è contraddetta in molti passaggi, come nel momento in cui dà un giudizio positivo sull’operato della Associazione Allevatori, ma ammette candidamente in Consiglio che non ha risposto alle mie interrogazioni perchè ‘i documenti trasmessi dal direttore non sono sufficienti alla risposta, perché c'è un quesito specifico posto, che riguarda i rimborsi spese e per rispondere a questa domanda noi dobbiamo analizzare quindici faldoni del bilancio delle Apa per i quattro anni di verifica che lei ha richiesto’. Insomma, l’assessore esprime un giudizio positivo, a prescindere dall’analisi e dal controllo della gestione interna dell’Apa, salvo la sua propensione ad impartire insegnamenti precisando l’ovvio e soltanto l’ovvio, come quando spiega al Consiglio regionale che le Apa di Potenza e Matera sono associazioni riconosciute dal Dpr1395 del 1961, dotate di autonomia gestionale e finanziaria ed amministrate da un consiglio di amministrazione eletto tra i soci allevatori aderenti”.
“E’ chiaro che – conclude Rosa – se dal 3 agosto 2010 il Dipartimento non è riuscito a controllare 15 faldoni, esiste una volontà politica a non dare una risposta sulla materia, volendo solamente nascondere quello che è successo in questi anni nelle Apa. Credo che in questo caso non ci sia neanche la buona fede, perchè se avesse voluto l’assessore poteva in questi mesi avere un’interlocuzione con il sottoscritto, avvisando delle ‘difficoltà’ a leggere i 15 faldoni e dando semmai parte delle risposte ai quesiti posti. Un comportamento di responsabilità istituzionale che l’assessore al ramo si è guardata bene dall’avere”.