Il consigliere del Gruppo misto: “Siamo in presenza della messa in discussione del ruolo dei territori e, cosa ancora più grave, del modello democratico da parte del governo nazionale”
“La discussione in Consiglio sui quesiti referendari ha fatto emergere orientamenti e posizioni ancora differenti sulle estrazioni pur facendo registrare una quasi unanime convergenza sui quesiti. Alcuni si sono dimenticati (volutamente) di quanto detto e votato in passato tentando di spostare solo sul terreno della dialettica politica fra maggioranza e opposizione”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del gruppo misto Giannino Romaniello.<br /><br />“Sul petrolio come sul rapporto fra Stato e Regione – aggiunge Romaniello – siamo in presenza della messa in discussione del ruolo dei territori e, cosa ancora più grave, del modello democratico da parte del governo nazionale. L'atto di oggi del Consiglio risponde alla necessità di riconnettere le istituzioni con i cittadini lucani che dopo la esperienza di 15 anni di estrazioni ha registrato prevalentemente fatti negativi piuttosto che positivi. È stato sbagliato ieri approvare il memorandum De Filippo – Viceconte che ha aperto la strada per l'aumento delle estrazioni come pure quella del non ricorso alla Corte Costituzionale come invece fatto da altre cinque Regioni. Bene quindi la proposta dei referendum. Bisogna però anche sull'art. 35 (costruzione inceneritori ) lavorare alla predisposizione di un quesito referendario per ripristinare la prerogativa delle Regioni a decidere sullo smaltimento dei rifiuti (modalità e tipologie ) impedendo che sia il governo nazionale a decidere sulla testa dei territori”.<br /><br />“La decisione di oggi finalmente è in sintonia con quanto chiedono i cittadini e quanto proposto da me e Mollica con la mozione del 29 dicembre 2014 e con la decisione assunta dal Consiglio d'impugnare il decreto attuativo dell'articolo 38 dello sblocca Italia”.<br />