Referendum petrolio, soddisfazione consiglieri M5s

“Siamo stati i primi a proporre questa soluzione lo scorso 21 luglio”, affermano Perrino e Leggieri, che avrebbero gradito anche un referendum per l’abrogazione degli art. 35 e 37 dello Sblocca Italia su inceneritori e gasdotti

&ldquo;In questo sabato lucano qualcosa di straordinario, quasi inimmaginabile solo poche settimane fa, &egrave; accaduto in Consiglio regionale della Basilicata: la maggioranza Pittella, nonostante i presunti successi (ricordate i punteggi tennistici sbandierati da Pittella dopo i colloqui romani?), ottenuti da un anno e mezzo a questa parte, ha deliberato 6 quesiti referendari sull&rsquo;abrogazione delle controverse norme pro-trivelle, ovvero art.35 del decreto Passera e art. 38 dello Sblocca Italia.&nbsp;Finalmente un atto concreto dopo tante farse messe in campo durante gli ultimi mesi&rdquo;.<br /><br />Cos&igrave; i consiglieri regionali del Movimento cinque stelle Giovanni Perrino e Gianni Leggieri commentano l&rsquo;approvazione avvenuta oggi in Consiglio regionale dei quesiti referendari relativi ad alcune parti dell&rsquo;art. 38 della legge sblocca Italia e dell&rsquo;art. 35 del decreto sviluppo.&nbsp;&ldquo;Non dimenticheremo mai &ndash; aggiungono i due esponenti del M5s – il clamoroso errore del 4 dicembre 2014, non dimenticheremo mai i finti scioperi della fame e i deliziosi Brodetti di Tornola: ci voleva tutto questo teatro per mandare un messaggio chiaro al ducetto di Firenze. Credeteci, fa una certa impressione ascoltare i discorsi dei vari Pittella, Lacorazza, Santarsiero, Braia, tutti novelli no-triv, tutti esaltati a strombazzare la loro nuova identit&agrave;. Ma siamo stati ben lieti di soprassedere alle loro crisi di identit&agrave; e ad accettare di buon grado le deliberazioni proposte&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Tuttavia, da inguaribili pignoli quali siamo &ndash; aggiungono Perrino e Leggieri -, volevamo dare un ulteriore contributo alla discussione e proporre altre due deliberazioni al consiglio regionale: quelle per l&rsquo;abrogazione degli art. 35 e 37 dello Sblocca Italia, rispettivamente &lsquo;sblocca inceneritori&rsquo; e &lsquo;sblocca gasdotti – oleodotti&rsquo;. Forse a qualcuno sar&agrave; sfuggito: durante i caldi giorni di agosto un articolo del Fatto Quotidiano elencava delle vere e proprie dichiarazioni di guerra da parte di alcuni governatori (Emiliano, Chiamparino, Crocetta e De Luca su tutti), tutti pesantemente contro il pericolosissimo provvedimento proposto da questo governo incosciente. Evidentemente in questo caso non vi &egrave; alcuna crisi di identit&agrave; perch&eacute;, a sentire la dichiarazione di Cifarelli, il problema non ci lede, in quanto la Regione Basilicata ha gi&agrave; un inceneritore, &lsquo;Fenice&rsquo; di Melfi, il quale copre perfettamente il fabbisogno di circa 500mila Lucani. Il tutto con buona pace dei cittadini che vivono nelle zone a ridosso di quel mostro e che purtroppo ne respirano quotidianamente i veleni, ma anche in barba all&rsquo;art.47 della Legge Regionale 4/2015, la cosiddetta &lsquo;Strategia regionale Rifiuti Zero 2020&rsquo;, legge impugnata dal ducetto fiorentino. Evidentemente la linea anti-Renzi all&rsquo;interno di quella accozzaglia che si chiama Partito democratico, non prevede un forte e chiaro segnale contro gli inceneritori. Poteva essere un impegno forte anche alla luce delle considerazioni di Berlinguer che auspicava una maggiore partecipazione delle Regioni nella definizione della strategia energetica nazionale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Non nascondiamo quindi la nostra soddisfazione &ndash; concludono Perrino e Leggieri – essendo stati i primi a proporre questa soluzione lo scorso 21 luglio. Ecco cosa scrivevamo: &lsquo;Deve partire da questa terra il messaggio guerriero al ducetto di Firenze, sar&agrave; poi naturale l&rsquo;adesione delle altre Regioni minacciate…&rsquo; Era il nostro appello all&rsquo;unit&agrave; e in cambio Cifarelli ci accusava di aver fatto una fuga in avanti. Caro Cifarelli, prediligiamo la concretezza degli atti alle stucchevoli e fallimentari passerelle che troppo spesso si sono organizzate negli ultimi mesi. Salvo sorprese, una volta soddisfatte le condizioni dell&rsquo;art.75 della Costituzione (5 Consigli regionali devono approvare i quesiti entro il 30 settembre affinch&eacute; si vada al referendum nel 2016), il M5s dispiegher&agrave; tutte le sue forze per il raggiungimento dell&rsquo;obiettivo referendum. Sar&agrave; l&rsquo;occasione per discutere anche delle proposte che il M5s propone come alternativa alla ormai obsoleta politica del fossile, sempre pi&ugrave; frutto di una azione governativa subordinata alle volont&agrave; spietate delle lobby petrolifere e dell&#39;incenerimento&rdquo;.&nbsp;

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