Rapporto Economia, De Filippo:un ok alle politiche anti recessione

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Le work experiences hanno consentito a 954 soggetti disagiati di accedere ad una esperienza di formazione e lavoro

“I dati del rapporto sull’economia della Basilicata nel 2011 curato dal centro Studi Unioncamere di Basilicata danno ragione agli sforzi condotti dalla Regione con le politiche per contrastare gli effetti della recessione, nell'ambito delle effettive possibilità di manvora di un'amministrazione regionale. Il Rapporto mostra infatti che nel 2011 vi è stata una crescita dell'occupazione del +1,3 per cento ed una decrescita della disoccupazione del -7,9 per cento. Ciò deriva essenzialmente da una tenuta dell’occupazione pubblica, che, se sul versante privato, si associa ad un incremento dell’occupazione a tempo determinato e occasionale, su quello pubblico è da attribuire anche all'impatto di provvedimenti regionali come le Work Experiences, che hanno consentito a 954 soggetti disagiati, in buona misura disoccupati, di accedere ad una sia pur parziale esperienza di formazione e lavoro”.
E’ quanto ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, intervenendo, presso la Camera di Commercio di Potenza, alla Giornata dell’economia nel corso della quale è stato presentato il rapporto sull’economia della Basilicata nel 2011, curato dal centro Studi Unioncamere di Basilicata.
“Come ha anche sottolineato il Presidente Napolitano – ha detto De Filippo – in questo scenario le opzioni per riattivare politiche di crescita non potranno che vedere, come soggetto protagonista l’Unione Europea. Lo Stato è infatti impegnato in uno sforzo di risanamento delle finanze pubbliche che non lascerà spazi, nel prossimo futuro, a significativi incrementi delle risorse nazionali per le regioni del Sud. Per lo stesso motivo, le stesse amministrazioni regionali e locali vedono ridursi considerevolmente gli spazi finanziari per fare politiche di sviluppo locale. Infatti, l’applicazione del patto di stabilità interno, ovvero dello strumento attraverso il quale regioni ed enti locali contribuiscono allo sforzo di risanamento del bilancio pubblico, prevede, per la Regione Basilicata, un tetto massimo di spesa, per interventi di sostegno e sviluppo dell’economia, pari ad appena 88,6 meuro per il 2012, in un contesto quasi interamente legato ad una politica concertata con l'Unione Europea. Per questo motivo – ha aggiunto il Presidente – oggi occorre ragionare in termini di una revisione del patto europeo, che affianchi all’unita monetaria anche una unificazione, e maggiore solidarietà intraeuropea, rispetto alle politiche fiscali, industriali e del lavoro, dotandosi anche degli strumenti per raccogliere risorse, a livello europeo, sui mercati finanziari. In questo contesto, le politiche regionali e locali dovranno sempre più concentrarsi sulla contestualizzazione e l'accompagnamento di politiche di sviluppo che dovranno essere decise, nelle loro linee generali e nelle loro risorse finanziarie, ad una scala superiore, prioritariamente europea. Peraltro, la crescita del Pil lucano dipende in una misura molto piccola dalle possibilità di manovra delle politiche dell’amministrazione regionale. Infatti la crescita del Pil della Basilicata, paragonata a quella del Mezzogiorno e a quella italiana, è influenzata in misura relativamente minore dai consumi interni delle famiglie residenti in regione, e in misura relativamente pesante dai consumi delle famiglie residenti in altre regioni italiane. Inoltre, la crescita del PlL lucano, in una misura del tutto identica alla media del Mezzogiorno, dipende in modo molto intenso dalla spesa pubblica, che fintanto che il processo di federalismo fiscale non sarà entrato nella sua fase a regime nella nostra regione è per il 73 per cento proveniente dalle Amministrazioni Centrali dello Stato e dalle imprese pubbliche nazionali, mentre soltanto il 19 per cento della spesa pubblica totale in Basilicata è controllato dalla Regione. Inoltre – ha detto infine De Filippo – a voler smentire chi ritiene che le politiche della Regione sulla Val d'Agri non hanno prodotto nessun impatto occupazionale favorevole, e si siano tradotte, nell’attuazione del PO, nel rifacimento di marciapiedi o altre amenità, il rapporto Unioncamere segnala come, fra 2008 e 2010, l’occupazione nelle imprese intervistate in Val d’Agri abbia beneficiato di un incremento dell’1,1 per cento, per 83 nuovi occupati, quindi beneficiando di una sostanziale tenuta dei livelli occupazionali pregressi, confermando in questo modo la valutazione di impatto occupazionale, che evidenziava risultati di sostanzialmente tenuta dell’occupazione in Val d'Agri”.

fio

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